ANDREA VALTRIANI
Pisa

Pisa-Foggia, alba di trepidazione. Tutti in fila per gli ultimi biglietti

"Mio marito è arrivato alle 3,30. Io gli ho dato il cambio alle 6". Il racconto dei tifosi in coda al botteghino

Code finale playoff Pisa-Foggia

Code finale playoff Pisa-Foggia

Pisa 4 giugno 2016. La finale  Pisa-Foggia. Vale una notte in bianco. O quasi. E non importa se il giorno prima si è stati per ore sotto il diluvio per accaparrarsi un biglietto. Le code dei tifosi di fronte ai botteghini sono ancora lunghe. La promessa di altri 1.600 posti disponibili per la sfida dell’anno ha buttato giù dal letto decine di sfegatati, che nel cuore della notte hanno raggiunto le rivendite dei biglietti per essere sicuri di farcela: il chiodo fisso è riuscire a stringere tra le mani il prezioso tagliando della partita di domani.

Così c’è anche chi ha trascorso la notte in auto, sonnecchiando solo un po’, di fronte al Pisa Point di via Bianchi. Luciano Nocchi alle 2.30 era già lì. Alle 3.30 è arrivato un altro signore, «pensava di essere il primo poi mi ha visto», racconta con un sorriso beffardo. Sua moglie, Fabiola Ficelli, gli ha dato il cambio alle 6. «Sono arrivata che era sempre buio – aggiunge la donna, stanca ma felice di essere la prima in coda di fronte al botteghino – mio marito ha dormito in auto per non perdere il posto». Niente spaventa i tifosi che non hanno ancora il proprio lasciapassare per la gradinata. La partita la vogliono vivere e sognare da protagonisti, a tutti i costi. «Luciano doveva lavorare – continua Fabiola – quindi mi ha chiamata e sono corsa. Giusto il tempo di far colazione al bar qui vicino e poi dritta in fila. Certo, sono la prima ma l’attesa è snervante».

Venerdì mattina alle 10 non si sapeva ancora se l’ampliamento dello stadio sarebbe stato accordato dalla Prefettura. Il via libera per la capienza arriva poco prima delle 13. Altri 1600 posti disponibili. Quasi niente per accontentare più del doppio delle richieste. «Il bello è che noi due i biglietti li abbiamo già – conclude Fabiola con lo sguardo assonnato ma pronta a difendere il posto in fila – comprerò tre biglietti per mia figlia e due suoi amici. Non sono mai venuti a vedere una partita fino a oggi, ma non importa. Oggi è fondamentale che anche loro, così distanti dal calcio in tempi normali, capiscano l’importanza di andare all’Arena e sostenere la squadra in questa sfida. E’ un senso di appartenenza alla maglia, alla comunità».

Alle 6.30 ieri c’erano già dieci persone di fronte al botteghino: un manipolo di irriducibili. In coda ci sono anche due tifosi del Foggia, anche loro arrivati al Pisa Point alle prime luci dell’alba per riuscire a godersi la finale dagli spalti. «Abitiamo a Pisa qui da 12 anni – dicono Carmine e Nicola – e abbiamo la residenza in città. Però tifiamo Foggia. Domenica vedremo una signora partita e non vogliamo perdercela per nessun motivo, mi pare chiaro. Per questo abbiamo messo la sveglia alle 5.30 e dalle 6.15 aspettiamo i biglietti. Ci aspettiamo del gran calcio, niente di meno. E’ proprio la passione per la nostra squadra che ci ha fatto alzare a quell’ora». Chi è in fila chiama amici e parenti per farsi tenere il posto mentre vanno al bar. «Alle 7 ho aperto e c’era già qualche persona ad aspettarmi – dice Simona Pandolfini, titolare del Sunny Caffè – e qualcuno ha anche avuto il coraggio di lamentarsi che era tardi e mi aspettava da ore per fare colazione».

Poi comincia a piovere, ma nessuno si scoraggia, si aprono gli ombrelli, ci si ripara a vicenda. Fermi in fila indiana. Il nervosismo si fa sentire. «E’ colpa della società se siamo in fila anche oggi – bofonchia Mario irritato – mi sono già fatto tre ore di fila martedì e quando è arrivato il mio turno erano finiti i biglietti. Così ho dovuto chiedere un giorno di permesso al lavoro per tornare oggi. Si potevano organizzare meglio». L’irritazione tradisce la stanchezza di questi giorni, più che un vero e proprio rimprovero al club. E infatti chiosa: «Comunque ora sono qui: forza Pisa. Punto e basta».