Siamo pronti per la moschea?

Il Vicedirettore de La Nazione risponde ai lettori

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 6 ottobre 2014 - IL DADO è tratto e la moschea islamica a Firenze si farà. Bene, io preferisco incontrare sui miei passi un luogo di culto (di qualunque culto) piuttosto che un arsenale. Ma peggior momento non si poteva scegliere, con quello che l’Isis sta combinando. Ce la faranno gli islamici moderati a favorire una auspicabile reciproca tolleranza e una sufficiente integrazione? Giorgio Alberti, Firenze ​In Francia ci sono duemila moschee, i musulmani in preghiera bloccano interi quartieri quando dentro non c’entrano tutti e in alcune zone hanno anche chiesto e ottenuto le chiese inutilizzate. Si oppone solo l’ultradestra. A Fucecchio, l’altro giorno, è successo il finimondo per i 300 fedeli del Corano che avevano affittato il «pallone» del tennis e parcheggiato in seconda fila. Passerà qualche decennio e anche Fucecchio, fatte le debite proporzioni, diventerà come Parigi. Su cento cattolici i praticanti sono solo 4, mentre se ne contano 70 ogni cento musulmani. E’ una questione statistica, non politica. Le moschee aumenteranno perché il declino della nostra civiltà è sotto gli occhi di tutti. Spetterà dunque all’Islam moderato e agli imam di casa nostra, con figli ormai italiani, isolare la follia dell’Isis e convincere qualche giovane tentato dalla sirena jihadista che nessuna religione predica la violenza. E dovrà avere anche il coraggio della denuncia, quando serve o c’è un sospetto. In Francia funziona, dovrà funzionare anche da noi. Ogni strada alternativa è troppo pericolosa.