Quante ipocrisie sul Re Leone

Il direttore della "Nazione" risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Firenze, 6 agosto 2015 - Caro direttore, abbiamo letto nel suo giornale le cronache della barbara uccisione del leone Cecil da parte di un bracconiere, diciamo un assassino, venuto dall’America. Mi chiedo quando finalmente vieteranno tali pratiche illegali e disumane, una roba da cavernicoli.

Marino Giovannelli Pisa

Caro Giovannelli, in questa storia non mi tornano molte cose, e non capisco come il famoso (o famigerato?) dentista americano possa essere considerato 'bracconiere' se ha pagato 50mila dollari per cacciare la sua preda, peraltro uccisa all’esterno del parco (hanno 'attirato' l’animale fuori da una zona protetta, così è stato detto) e in uno stato, lo Zimbawe, dove la caccia è legale. Ma al di là della ricostruzione che mi pare parziale, mi chiedo come mai tutto questo scangeo per un leone morto, in un continente dove ogni giorno periscono di fame migliaia di bambini, l’Aids si passa di padre in figlio come un raffreddore, e dove si vivono drammi di povertà disumani. Uno può essere contro la caccia, ovviamente, ma non può chiamare «assassini» quelli che non la pensano come lui e praticano questa attività. Sempre, ovviamente, che avvenga nelle forme consentiti dalle leggi locali. Il resto è linciaggio mediatico a poco prezzo.