La civiltà giuridica difesa da un Papa

Il Vicedirettore de La Nazione risponde ai lettori di Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 28 settembre 2014 - CARO DIRETTORE, l’Italia continua a distinguersi per sentenze cervellotiche. Tutte in punta di diritto, per carità. ma sconcertanti. E così ci ritroviamo con la Cassazione che di fatto istituisce gli stupri di serie A e B, quelli con possibilità di ‘sconto’ per i mariti violentatori. Intanto, invece, Papa Francesco manda in carcere, con rigore e senza sconti, i preti pedofili. Luigina Zampi, via mail

 

SUCCEDONO cose strane nel nostro paese. Il Vaticano che per secoli ha trattato con imbarazzo, ha coperto o ignorato centinaia di casi di abusi sessuali compiuti da religiosi, oggi tratta con durezza i colpevoli fino ad accompagnarli in galera. Senza sconti. Bergoglio è Pontefice e gendarme, baluardo anche della civiltà giuridica oltreché difensore dei valori della persona. In un’epoca di violenze e prevaricazioni di ogni genere sorprende invece l’atteggiamento della Cassazione che scivola sulla parete melmosa di diritti conquistati a fatica da una società libera e laica. Un rovesciamento culturale inatteso e per certi versi preoccupante. Troppe attenuanti per i mariti-orchi e per gli stupratori seriali: se hanno bevuto, se i jeans di lei erano troppo attillati, se c’era un consenso sottaciuto. Una sentenza che ci riporta indietro di 30 anni, anzi di 40, al giorno in cui gli italiani, e soprattutto le italiane, si ripresero con il referendum sul divorzio il diritto a non essere più «le vittime» e a scegliersi un compagno per la vita e non per la morte.