"Fuori tutte le carte del dragaggio". Legambiente in pressing sull’Ap

La consegna della bandiera nera col ’corteo’ dei muscolai

Stefano Sarti

Stefano Sarti

La Spezia, 11 agosto 2015 - "Ci sono più  che legittimi dubbi sul dragaggio nel porto spezzino...". Legambiente rilancia e, dopo l’esposto in procura, preme per l’operazione trasparenza. Lo fa sulla scia di Goletta Verde, nella tappa spezzina dell’imbarcazione ambientalista lanciado un guanto di sfida, nella forma della bandiera nera, simbolicamente consegnata all’Autorità potuale: "Chiediamo al presidente Lorenzo Forcieri di mettere a disposizione tutti i documenti relativi al piano di monitoraggio, capitolato speciale di appalto e alle motivazioni tecniche per le quali sono stati esclusi più efficienti tecniche di bonifica dell’area, in un confronto pubblico, con contraddittorio".

La bandiera nera è stata esposta durante una navigazione nel Golfo da parte dell’imbarcazione ambientalista e di tantissimi operatori del settore ittico preoccupati per le recenti morie di mitili (negli ultimi mesi sarebbe andato perso oltre il 40% dei molluschi con un danno che gli allevatori valutano di circa 2,5 milioni di euro).

"Che ci sia un legame tra il dragaggio in atto da tempo nel golfo di Spezia e la dispersione di fango in mare è ormai un dato accertato – dichiara Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria e il suo vice Stefano Sarti -. E’ necessario approfondire e indagare per comprendere con esattezza quanto il dragaggio ha contribuito ad aumentare la fangosità del golfo e quali danni ambientali ha fatto alle attività di mitilicoltura e itticoltura presenti. Per non parlare dei riflessi sulla balneazione. Sulle nostre contestazioni resta un fatto indiscutibile: l’Autorità Portuale ha fornito solo parzialmente documenti che mettessero a confronto tutte le prescrizioni, anche con precisi e puntuali atti ispettivi e di controllo. Ad oggi e al di la di qualche intervento parziale della Capitaneria di Porto ancora non siamo in grado di avere notizie certe da parte della Ap, la stazione appaltante. La stessa Arpal – si sottolinea nell’esposto consegnato in procura nei giorni scorsi – anche se non ha esplicitamente accusato il dragaggio ha nella sua relazione dello scorso febbraio affermato nella parte finale in modo totalmente contraddittorio: «Si ritiene opportuno rivedere le modalità di bonifica dragaggio in quanto quelle utilizzate non forniscono sufficienti garanzie ambientali.."

La questione particolarmente aggravata proprio dal sito del dragaggio del molo Garibaldi che pur non essendo tra i più inquinati in assoluto secondo la caratterizzazione del golfo svolta nel Progetto Preliminare dell’ICRAM comunque vede la presenza di livelli di inquinamento significativi di Arsenico, Cadmio, Piombo, Idrocarburi Policiclici Aromatici e Idrocarburi Pesanti. "Sarebbe interessante capire se nella analisi effettuate sui fanghi di dragaggio siano stati rilevati tali inquinanti perché allora sarebbe chiarissimo il legame tra dragaggi e impatto ambientale sul golfo.." dichiara Paolo Varrella, Presidente del Circolo Nuova Ecologia che mette in guardia sulle prossime operazioni di escavo al molo Fornelli e lamentandio come non siano stati rispettate le priorità dei piani di bonifica.