L'ultimo viaggio della Concordia, cartoline dal Giglio

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Stefano Cecchi

Stefano Cecchi

Isola del Giglio (Grosseto), 23 luglio 2014 - Cartoline dal Giglio, la rubrica di Stefano Cecchi.

 

Alle 8,45, quando i rimorchiatori hanno iniziato a far ruotare la Concordia per far guadagnare alla prua la rotta verso nord, sull’Isola c’era un silenzio da chiesa. Come se quello che si stava celebrando fosse un rito religioso, una cerimonia funebre. Non un’eresia. Poi, quando la nave ha iniziato la sua lenta rotazione, la sirena di un rimorchiatore ha straziato il silenzio per salutare il transatlantico che si preparava ad andarsene. Un solo attimo. Altre decine di sirene si sono accodate a quel grido solitario, riempiendo il mare di Giglio Porto di suoni che erano saluti di addio. Sulla banchina del molo verde, ad ascoltarli c’era anche il sindaco Sergio Ortelli, schermato da grandi occhiali da sole che ne celavano le lacrime: “E’ un momento che credo non scorderò mai”. Non solo lui.

 

L’ultima notte la Concordia l’ha passata illuminata come fosse ancora un Transatlantico in perfetta funzione. I generatori a gasolio hanno alimentato i mille punti luce stesi sui ponti di nuovo alti sul mare, e vista dalla terra sembrava davvero una nave pronta a un viaggio di festa e spensieratezza. In fondo i gigliesi così l’avevano già vista la notte del 13 gennaio 2012, prima che gli scogli e il mare l’avvolgessero spengendola. Anche quel ricordo qui non lo dimenticherà di certo nessuno.

 

Poco dopo le 10 sul molo del Giglio è arrivato anche un gruppo di operai del consorzio Titan-Micoperi che nella notte aveva compiuto gli ultimi lavori allo scafo. A braccia alzate, fra gli applausi dei turisti presenti, il gruppo ha aperto due bottiglie di spumante per fare festa insieme ai prsenti. A ricordare plasticamente che quella che si compie stamattina è davvero una colossale operazione di ingegneria marittima mai compiuta prima. Stavolta un orgoglio vero per l’Italia.

 

- Si chiama Argentino Pini, è uno storico skipper del Giglio, e questa mattina ha preso la sua barchetta e mentre la Concordia ruotava si è avvicinato allo scafo per  ringraziare di persona i tecnici che avevano compiuto l’impresa, liberando così il suo mare da quel colosso di acciaio, ruggine e salsedine. La capitaneria di Porto, ovviamente, quando lo ha visto avvicinarsi alla Concordia seppur con qualche ritardo lo ha bloccato e lo ha costretto a far ritorno nel porto.  “Oh, non ho mica ammazzato nessuno _ ha detto Argentino scendendo a terra _ Volevo solo ringraziare a modo mio i tecnici e all’ultimo momento ho deciso di fare un’improvvisata”. La gente di mare è anche questa.

 

- Don Lorenzo Pasquotti è il parroco del Giglio che la notte del naufragio accolse i naufraghi usando anche i paramenti sacri per aiutarli a vincere il freddo. Ieri mattina alle 10 è stato chiamato a benedire lo scafo ferito nel suo ultimo viaggio verso Genova. “Quella di oggi è una liberazione. Gli affetti e le relazioni con chi ha lavorato a questa operazione, con i superstiti e con i familiari delle vittime rimarranno. Ma prima questo relitto se ne va e meglio è”. Il pensiero di molti, qua sul molo.