Rilancio Seves, tornano le ombre

Il piano di salvataggio non decolla, appello della Cgil

Il sindaco Nardella e Bernardo Marasco della Cgil

Il sindaco Nardella e Bernardo Marasco della Cgil

Firenze, 11 febbraio 2016 - Tornano le ombre sul futuro della Seves, la fabbrica che produceva mattoni in vetrocemento in via Giuliani. Ombre che forse non si erano mai dissolte del tutto. La speranza di ripartire con la produzione, salvando l’attività, era stata rilanciata dal sindaco Nardella a giugno dello scorso anno. «Aspettiamo l’ultimo sì che dovrebbe venire da Fidi Toscana» aveva detto Nardella annunciando la presenza di un nuovo gruppo di imprenditori «pronto a partire da settembre con le prime assunzioni e da gennaio 2016 con la produzione», in una prima fase circa due milioni e mezzo di pezzi all’anno. Il piano prevedeva la nascita di una nuova azienda, non più con il nome Seves, che avrebbe riassunto i circa 50 dipendenti rimasti senza lavoro e senza cassa integrazione. L’investimento iniziale previsto era di circa 6-7 milioni di euro. Quel piano, tuttavia, finora non è mai decollato. Fidi Toscana aveva annunciato il via libera all’operazione. Ma mancava comunque il tassello finale di sostegno da parte del sistema bancario. Le date annunciate dal sindaco sono state ormai superate.

E così scatta un nuovo campanello di allarme. L’ipotesi di ripartenza «non ha ancora visto luce. Chiediamo al Comune di Firenze di intervenire, siamo all’ultima chance» è l’appello lanciato dalla Cgil due giorni dopo il vertice tra Rsu, sindacati e l’assessore al lavoro, Federico Gianassi. Un incontro dove Bernardo Marasco (Filctem Cgil Firenze) ha ribadito «la grave preoccupazione per il fatto che l’ipotesi di ripartenza che nei mesi scorsi era stata annunciata non ha ancora visto la luce e evidentemente non ha ancora trovato il necessario supporto finanziario». La Cgil Firenze, quindi, rinnova a Palazzo Vecchio due richieste: la prima, «farsi promotori di una ulteriore sollecitazione al sistema finanziario e all’imprenditoria locale perché non lasci svanire per sempre un’eccellenza del nostro territorio»; la seconda, «riconvocare gli imprenditori impegnati in questa operazione perché vengano date ai lavoratori di Seves le risposte che ormai attendono da troppo tempo».

Per i lavoratori, spiega Marasco, si tratta «dell’ultima chance» per la ripartenza del vetro mattone, «ma soprattutto l’ultima possibilità per dare un seguito alla speranza che gli sviluppi di questa vertenza hanno suscitato nei lavoratori e nell’opinione pubblica». La Seves era considerata uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy, una fabbrica cara tra l’altro all’architetto Renzo Piano, che con i mattoni dello stabilimento fiorentino ha ideato la Maison Hermès di Tokyo, realizzando tra il 1998 e il 2006 la facciata in mattoni di vetro che di giorno riflette la luce esterna e di notte risplende della luminosità interna. Era stato proprio l’archistar e senatore Renzo Piano, nel dicembre 2013, a scrivere una lettera aperta di solidarietà ai lavoratori dello stabilimento fiorentino, auspicando l’intervento anche delle istituzioni per salvare la fabbrica.

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