Naufragio Concordia, "Schettino lasciò la nave con la gente a bordo" / FOTO

Le motivazioni dei giudici di appello di Firenze che hanno condannato il comandante della Concordia a 16 anni e un mese il 31 maggio scorso

Francesco Schettino

Francesco Schettino

Firenze, 30 agosto 2016 - Naufragio della nave Concordia all'isola del Giglio (Grosseto) la notte del 13 gennaio 2012: quando "saltò su una lancia" "Schettino era consapevole che diverse persone si trovavano sul lato sinistro della nave o, comunque, quanto meno aveva seri dubbi in tal senso e decideva in ogni caso di allontanarsi in modo definitivo dalla Concordia". E' scritto nelle motivazioni dei giudici di appello di Firenze che hanno condannato il comandante della Concordia a 16 anni e un mese il 31 maggio scorso.

"L'intenzione" di Schettino non era seguire la rotta del cartografo ma "navigare secondo il suo istinto marinaresco, più a ridosso dell'isola, confidando nella sua abilità". 

"La prova della colpa cosciente dell'imputato non può essere tratta, con ragionamento sufficientemente affidabile, dagli elementi suggeriti dall'accusa, che appaiono indicativi della gravità della situazione di emergenza e quindi della prevedibilità dell'evento, ma non anche della previsione in concreto di esso da parte di Schettino".così i giudici di appello di Firenze hanno respinto il ricorso della procura di Grosseto laddove il pm auspicava un aumento della condanna anche facendo valere la colpa cosciente - non recepita dal tribunale in primo grado -, cioè la previsione del danno che avrebbe causato con la sua manovra ravvicinata della Concordia al Giglio.

"Non è possibile affermare con certezza se l'imputato avesse sottovalutato la situazione a causa di una vera e propria 'fuga dalla realtà' successivamente all'impatto, o piuttosto se la sua attenzione e le sue condotte fossero focalizzate sul tentativo di salvare la nave, come appare più plausibile", scrivono i giudici. La corte d'appello di Firenze ammette invece il ricorso del procuratore di Grosseto dove "è parzialmente fondato in relazione alla parte sulla mancata pronuncia dei primi giudici per la pena accessoria dell'interdizione di Schettino da titoli professionali marittimi in relazione al delitto di naufragio colposo". Pena accessoria disposta in sentenza con il divieto di praticare qualsiasi professione marittima, non solo quella di comandante di nave.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro