Realizzato a Firenze il telescopio del satellite Cheops 'a caccia' di nuovi pianeti

Il satellite dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) permetterà di scoprire le caratteristiche dei pianeti esterni al Sistema Solare e di scoprirne di nuovi

Il sistema solare (Olycom)

Il sistema solare (Olycom)

Firenze, 3 maggio 2017 - Sono pronti gli 'occhi' italiani di Cheops, il satellite dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) che permetterà di scoprire le caratteristiche dei pianeti esterni al Sistema Solare e di scoprirne di nuovi. Il lancio è previsto alla fine del 2018 e il suo telescopio, realizzato in Italia, è ora in Svizzera per essere integrato. Sotto la guida dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), il telescopio è stato realizzato nei laboratori della Leonardo di Firenze con la collaborazione della Thales Alenia Space di Torino e Medialario di Bosisio Parini.

Del gruppo italiano fanno parte inoltre Università di Padova e lo Space Science Data Center dell'Asi. È uno strumento compatto, dal diametro di 30 centimetri e lungo altrettanto, specializzato nel misurare la luce che giunge da stelle i cui pianeti sono stati individuati da altri strumenti, da terra o dallo spazio. Soddisfare le esigenze scientifiche della missione in un arco di tempo relativamente breve è stata una sfida, ha rilevato il responsabile del progetto per l'Asi, Maria Salatti. Ma questo, ha aggiunto, "ha consentito che l'ottica del telescopio sia oggi pronta, a meno di quattro anni dall'inizio delle attività industriali".

Cheops (CHaracterizing ExOplanet Satellite) fa parte del programma Cosmic Vision 2015-2025 dell'Esa e il suo obiettivo è misurare le caratteristiche fisiche ancora sconosciute dei pianeti esterni al Sistema Solare. Sviluppata con l'Ufficio Svizzero dello Spazio, la missione è guidata dall'Università di Berna in consorzio con altri 11 Paesi europei. Il lancio del satellite, pesante 250 chilogrammi, è previsto con un razzo Soyuz dalla base europea di Kourou (Guyana Francese) e la sua vita operativa prevista è di quattro anni. «I dati raccolti aiuteranno a comprendere i meccanismi di formazione ed evoluzione delle super-terre e dei pianeti di massa nettuniana», osserva Isabella Pagano, dell'Osservatorio di Catania dell'Inaf e responsabile scientifico di Cheops per l'Italia. 

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