Firenze, la beffa dei parcheggiatori abusivi, «Offriamo un servizio alla città» / VIDEO

L’ammissione: «Comandiamo noi. Qui la legalità è assente»

I due parcheggiatori abusivi

I due parcheggiatori abusivi

Firenze, 13 maggio 2017 - Solo una quindicina di giorni fa si sono finti abusivi e hanno allestito un piccolo bazar ai piedi del sagrato del Duomo, proprio lì dove i venditori fuorilegge – quelli veri – tutti i giorni stendono i loro tappetini d’ordinanza per dare l’assalto ai torpedoni e propinare ai turisti cianfrusaglie di ogni genere. Si sono finti italiani senza lavoro e – per protesta – hanno deciso di reinventarsi per un giorno come ambulanti senza nessuna autorizzazione. Un flash mob che gli è costato caro: 5mila euro di multa.

Questa volta, invece, Maurizio Martigli, un cittadino molto attivo sui social, con Simone, Marco e Michele, sono andati alle Cascine per documentare «il mestiere del parcheggiatore abusivo», una spina nel fianco della città e una vera e propria gabella sui cittadini che tutte le sere sono costretti a un’odissea per trovare un posto auto. E chi vive e frequenta piazza Vittorio Veneto lo sa. Così i quattro moschettieri, muniti di telecamera, si sono confrontati a tu per tu con i parcheggiatori abusivi. Il video è finito sui social realizzando centinaia di visualizzazioni.

«Avete l’autorizzazione?» chiedono avvicinandosi ai quattro napoletani che hanno le chiavi dell’area sosta. «La gestiamo noi questa piazza. Come facciamo? Abbiamo parlato col padreterno» dicono come a sfottò. Controlli? Macché, zero assoluto. «I vigili passano poco... Sapete come funziona – parla il boss di piazza Vittorio Veneto – La legge non è uguale per tutti. Eppoi il nostro è un servizio. Se viene una straniera con la macchina piena di valigie, come fa? Se passa un malintenzionato ruba tutto... Io, invece, controllo che nessuno si avvicini mentre il Comune se ne frega. Se ognuno facesse il proprio dovere, noi non saremmo qui».

Perché lui in strada ci è finito per colpa della concorrenza sleale cinese. «Facevo il commerciante – racconta il parcheggiatore abusivo – vendevo di tutto, articoli sportivi, abbigliamento... Avevo la licenza ed ero in regola. Sono arrivati i cinesi e ho perso il lavoro, il mondo è cambiato. E a Napoli, lo sa come si dice? Impara l’arte e mettila da parte».

L’uomo allora ha deciso di reinventarsi e ha in un certo senso adottato il parcheggio delle Cascine. Fa quello che non può fare la tecnologia. «Perché i parcometri sono solo una truffa legalizzata verso i cittadini – riprende – Io pago ma la macchina deve essere sorvegliata. E qui non lo fa nessuno, se non io». Un gesto anche d’altruismo il suo – come spiega – visto che il parcheggio è a offerta libera, «chi vuole mi lascia gli spiccioli per il caffè. Io non chiedo niente e le auto le controllo tutte, indistintamente» precisa. «D’altra parte si sa. Nel nostro Paese funziona così». La solita storia all’italiana: fatta la legge trovato l’inganno.