E' morto Dario Fo: da Boccaccio al Carnevale la sua impronta sulla Toscana / FOTO / VIDEO

Sono molte le tracce lasciate dall'eterno giullare in Toscana: dal libro dedicato al Boccaccio al disegno dell'etichetta per il Chianti Classico

Dario Fo

Dario Fo

Firenze, 13 ottobre 2016 - Morto Dario Fo. L'artista, 90 anni, si è spento questa mattina all'ospedale Sacco di Milano, dove era ricoverato da un paio di settimane. Anche la Toscana piange la perdita di un grande drammaturgo, attore e regista, premio Nobel per la Letteratura nel 1997, terra con la quale Fo aveva stabilito un legame artistico nel nome di Boccaccio. Allo scrittore trecentesco, nato a Certaldo, meritevole di averci lasciato il Decameron, Dario Fo dedica un libro 'Il Boccaccio riveduto e scorretto', una riscrittura per parole e immagini delle novelle toscane.

"Boccaccio - disse Fo - è stato per me una grande scoperta acquisita anni e anni dopo l'accademia. È a quel punto che mi è apparsa evidente tutta la potenza di questo autore. Al tempo in cui scriveva, Boccaccio non godeva che di un riconoscimento limitato a gruppi di amici della sua città. Durante la peste, si inventò il Decameron, cento novelle ambientate nel tempo da lui vissuto, e con sorpresa risentita dei letterati di buon rango ebbe un enorme successo che durò nei secoli, pur sotterrato più volte a partire dal Seicento (con illustri accademici in testa) fino ai nostri giorni. Un grande uomo di cultura e spregiudicatezza quale Pier Paolo Pasolini, sensibile al valore di questo 'narratore di conte', alle sue favole dedicò un film"."

A fare da guida, da suggeritore e da contrappunto alle novelle ci sono poi i dipinti di Dario Fo, che immergono la narrazione dentro fondali dai colori ora festosi ora scuri e profondi, ma incisi "dalla luce di taglio del sole".

Le tracce lasciate dall'eterno giullare in Toscana non si limitano alla scrittura ma ce ne sono anche sul connubio arte & vino: per l'annata 2010 realizza l'etichetta artistica e la carta seta del Chianti Classico "Casanuova di Nittardi". L'opera di Dario Fo, sia per il titolo "Alla fine della raccolta" che per la scena che rappresenta, immerge immediatamente nel mondo del vino. "Dopo una giornata di raccolta, ci si gode il meritato riposo, chi raccontando seduti le storie di tante vendemmie, chi in piedi, chinato, non per la fatica ma per toccare la terra da cui tutto comincia, a volerla ascoltare, capire e amare. Una pittura che subito colpisce per le sue tinte forti e per il suo contrasto", spiega un comunicato dell'azienda. Su uno sfondo rosso, Dario Fo mette in primo piano i grappoli d'uva e l'elemento umano, le due variabili piu' importanti di tutte le realta' vitivinicole. 

L'etichetta disegnata da Dario Fo: 

Etichetta disegnata da Dario Fo
Etichetta disegnata da Dario Fo

In questo momento gran parte di affetto e stima nei confronti di Dario Fo era, anche tramite le pagine Facebook, proviene dalle persone di Viareggio, la sua ironia era molto vicina al Carnevale di cui era presidente Emerito. Nel 1998 fu protagonista del carro vincitore 'Ma che male vi Fo' realizzato da Silvano e Alessandro Avanzini e ideato per la consegna del premio Nobel. Dario Fo vinse anche il Burlamacco d'Oro in quell'anno e nel 2000 partecipò fuori concorso con il carro 'La Pace' realizzato dai fratelli Umberto e Stefano Cinquini. Ecco un video dei carri allegorici con Dario Fo protagonista al Carnevale di Viareggio.

Anche il sindaco di Firenze Dario Nardella dalla sua pagina Twitter dà l'ultimo saluto a Dario Fo: 

 

Anche Gabriele Lavia, attore, regista e direttore del Teatro della Pergola di Firenze ricorda Fo: "Era un poeta, unico e inimitabile». «Ho amato tantissimo Fo - racconta Lavia - andavo sempre a vedere i suoi spettacoli da piccolo e ne ho imitato sicuramente il suo modo di scrivere e di essere in scena». «Dario Fo - ha spiegato Lavia - come attore ha realizzato tutto quello che poteva realizzare sul palco. In scena la sua voce rappresentava il suo corpo». E sul suo impegno politico, Lavia afferma: «Fo è sempre stato un uomo impegnato e si è schierato fino alla fine senza tradire il suo essere poeta, scrittore, artista e attore».

Tra gli altri Riccardo Ventrella della Pergola ricorda «che è venuto qui in teatro, l'ultima volta nel 2001, con lo spettacolo 'Lu santo jullare Francesco'. Decise però all'ultimo e a sorpresa di mettere in scena anche 'Mistero Buffo', fu un successo e riempì il teatro». Tra le ultime presenze di Fo a Firenze, da ricordare, lo spettacolo su Giotto nel 2009 davanti la Basilica di Santa Croce e la sua partecipazione al festival della Creatività nel 2006 con una lezione sul Rinascimento.

E a Firenze si è aperta con un omaggio a Dario Fo la terza edizione del Festival delle Generazioni, la manifestazione organizzata da giovedi' 13 a sabato 15 ottobre a Firenze dalla Fnp, il sindacato dei pensionati della Cisl. "Con la morte di Dario Fo, scompare un protagonista indiscusso dell'arte e della cultura del nostro Paese, che ha sempre considerato il riso come qualcosa di sacro, intravedendo anche nella risata di un bambino l'inizio di una festa", lo ha ricordato Gigi Bonfanti, segretario generale della Fnp Cisl.

"Ci uniamo alla famiglia in questo momento di dolore - aggiunge - conservando il grande insegnamento che Fo ci lascia: quello di un artista libero che, con la sua genialita', ci ha fatto ridere in modo intelligente". Il pubblico accorso al teatro Verdi per l'inaugurazione del Festival delle Generazioni, ha tributato un minuto di applausi a Dario Fo, "intellettuale che ha sempre saputo parlare con ironia anche alle generazioni piu' giovani - ha continuato Bonfanti -. A noi pensionati ci accusano di voler rubare il futuro dei giovani, dimenticandosi che sono i nostri figli e nipoti. Dal Festival delle Generazioni vogliamo dire basta all''era dei contro', deve iniziare quella del 'pro': per il bene del Paese non dobbiamo dividerci, ma dialogare". Fino a sabato 15 ottobre, il Festival delle Generazioni prevede piu' di ottanta appuntamenti con oltre 150 ospiti. In programma spettacoli teatrali, live show, incontri su salute, scuola, lavoro, memoria, scienza e ricerca, lezioni magistrali, tavole rotonde e laboratori di arte e tecnologia.