Brandimarte, il ritorno: la nipote compra il marchio all'asta

"Spero che mio nonno da lassù sia felice"

Bianca Brandimarte

Bianca Brandimarte

Firenze, 28 dicembre 2016 -  «HO VOLUTO ricomprare il marchio della mia famiglia. E’ una scommessa, e per ora ce l’ho fatta. Sono felice e spero che mio nonno da lassù sia orgoglioso di me». Bianca Guscelli ha solo 27 anni ma un curriculum già lungo come esperta in design e style. Col suo fidanzato, Stefano Marchetti ha deciso di fare un doppio salto mortale: andare all’asta del fallimento del marchio Brandimarte e riportarlo in famiglia. Ce l’ha fatta.

Perchè Bianca?

«Per riprende l’attività del nonno Brandimarte Guscelli che ho conosciuto solo fino a 6 anni. Sono nata e cresciuta in questa bellissima famiglia di argentieri. Sono orgogliosa della nostra storia e consapevole della grande importanza dell’artigianato italiano e del made in Italy».

Con Stefano Marchetti come vi impegnerete?

«Di sicuro in un’importante azione di retail, per far tornare a vivere e risplendere il brand Brandimarte. Io so che i fiorentini non sapevano rassegnarsi all’addio, che uno dei marchi più amati silenziosamente, a piccoli passi, fosse uscito di scena senza che nessuno, alla fine, dicesse niente».

Ci voleva la terza generazione?

«A volte sì. Anche se mio padre Stefano e mia zia Giada, figli di Brandimarte, sono stati dei grandi e hanno fatto tanti sforzi, ma non sono bastati. Io sento dentro di me questa azienda, sento di poter provare un rilancio. E’ stata il vanto delle botteghe fiorentine, tutte quelle che negli anni hanno attraversato la storia dell’Oltrarno».

A cosa punta?

«Vorrei dare una nuova vita per l’argento del Brandi: è quello che ci siamo posti Stefano ed io, il risultato è a medio e lungo termine, può arrivare anche dopo un mese di lavoro, ma non ci scoraggeremo. I ritmi di lavorazione seguono regole che si tramandano di artigiano in artigiano, gli strumenti sono ancora quasi gli stessi, ma alcuni non esistono neanche più».

I primi progetti per il nuovo Brandimarte?

«Mio nonno osservando gli zingari battere il rame, decise di farlo con l’argento. Con la stessa intraprendenza mio padre Stefano aveva creato una linea-vino in argento, apprezzata dai sommelier. Ecco, anche io voglio riportarlo nella quotidianità di tutte le famiglie. Argento per tutti i giorni, come facevano loro, a partire dalla tavola».