L’Anpi contro la cittadinanza ad Albertazzi. La vedova: "Una vergogna strumentale"

Volterra, i partigiani: 'un fascista'. La vedova: 'un grande italiano'

Giorgio Albertazzi in scena

Giorgio Albertazzi in scena

Volterra (Pisa), 27 agosto 2016 - «Vorrei sapere perchè prendersela con Giorgio che non c’è più, e perchè nessuno ha protestato durante i tantissimi anni che è stato a recitare a Volterra. Qui aveva fondato un scuola di poesia, è una città che lo ha sempre amato e cercato. Tanto è vero che gli avevano dato la cittadinanza onoraria. Ma tre anni fa, non ora. Il 3 agosto sono andata a ritirarla, ma era stata data a lui. Non capisco i partigiani dell’Anpi: se la prendono con un morto?».

Pia dè Tolomei di Lippa, vedova di Giorgio Albertazzi, è allibita. Sulla pagina Facebook dell’Anpi Volterra è apparsa una nota dove il gruppo «esprime il suo disappunto e si dissocia in maniera netta dalla concessione della cittadinanza onoraria all’attore Giorgio Albertazzi da parte del Comune di Volterra». I motivi? «Albertazzi – afferma producendo circostanze senza prove un non si sa chi dell’Anpi – è stato uno degli artefici, assieme al sottotenente Prezioso e al comandante Giorgio Pucci, della terribile repressione a seguito dei rastrellamenti sul Monte Grappa dal 20 al 27 settembre 1944, nell’ambito dell’operazione Piave da parte dei nazifascisti».

Incredula di tanta aggressività scritta e suscitata nelle reazioni a questo post – uno pensa addirittura che Albertazzi sia vivo – la vedova del grande attore si chiede: «Perchè non creare il caso prima invece di adesso che è morto e non può rispondere? Si ricordino che l’Anpi è un istituto culturale pagato dagli italiani: e Albertazzi è stato un grande italiano, ha ricevuto i più alti riconoscimenti dallo Stato: da Grande Ufficiale a Commendatore, fino a Cavaliere di Gran Croce della Repubblica. Questa cosa è allucinante. Si pubblicano sui social cose di settant’anni fa senza nessun motivo – continua Pia de’ Tolomei di Lippa –. Devo ricordarlo io che quello era un periodo di guerra civile? Ci sono foto di partigiani illustri con teste mozzate, sbandierate, che hanno ucciso altri uomini. Mi chiedo: se Giorgio fosse stato dall’altra parte sarebbe stato migliore? E’ solo una speculazione vergognosa verso chi non può più difendersi».

Albertazzi e Volterra è una bella storia: qui scelse di creare un laboratorio teatrale nel 1995, qui calcò il palco di pietra del Teatro Romano. E sempre qui che la città lo chiamò con rispetto e ammirazione per festeggiare insieme i suoi 90 anni.