PIER FRANCESCO DE ROBERTIS
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Se Equitalia manda un sms

Il direttore risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis

Pier Francesco De Robertis

Firenze, 14 novembre 2016 - Caro Direttore, leggo che Equitalia informerà i cittadini debitori di somme verso l’erario attraverso sms e non più solo attraverso atti ufficiali recapitati da messi notificatori con costi che ricadono sul contribuente. Era ora che chi riscuote le tasse usasse gli strumenti che adoperano ogni giorno tutti i cittadini.

Federico Martini

Caro Martini, i cittadini che devono somme allo Stato e alle varie emanazioni della pubblica amministrazione non sono necessariamente evasori «professionali», capaci di nascondere i redditi o di fingersi non in grado di pagare tasse e sanzioni. Spesso sono semplicemente persone che, alle prese con le incombenze della vita, non hanno ricevuto l’avviso emesso dall’erario o semplicemente lo hanno dimenticato. Evasori inconsapevoli o al limite «colposi», dunque. Che, se messi nelle condizioni, pagherebbero al più presto il debito per non vederlo lievitare alle somme esorbitanti che si raggiungono con interessi di mora, sovratasse, spese di notifica. Un sms (scelto ora a da Equitalia come acronimo delle parole Se Mi Scordo), una e.mail, un messaggio WhatsApp possono aver più effetto di una raccomandata lasciata in giacenza. Non ci voleva molto ad accorgersene, ma spesso lo Stato è lento nell’adeguarsi alla vita.