Esplode la rivolta di Chinatown. Controlli ai capannoni: scontri e feriti

A Sesto Fiorentino battaglia tra immigrati orientali e forze dell’ordine

Le proteste dei cittadini cinesi (Germogli)

Le proteste dei cittadini cinesi (Germogli)

Firenze, 30 giugno 20\16 - ARRIVANO i carabinieri per un controllo e scoppia la rivolta. Qualcosa di simile a ciò che accadde a Milano quasi dieci anni fa, o più recentemente nella vicina Prato, è andato in scena nel tardo pomeriggio di ieri all’Osmannoro, nella Chinatown fiorentina, nel comune di Sesto Fiorentino, e si è concluso con una folla di cinesi radunata sotto la loro bandiera, a chiedere più tutela durante i controlli delle ultime settimane.

IL BILANCIO è di una decina di contusi, in seguito alle cariche del battaglione dei carabinieri e del reparto mobile della polizia in risposta ad un fitto lancio di sassi ed oggetti vari da parte di cittadini – circa trecento – della comunità dagli occhi a mandorla. Nei tumulti sono rimasti coinvolti anche alcuni volontari della Croce Viola, rimasti bloccati nel capannone quando alcuni immigrati si sono barricati dentro, chiudendo il cancello. In serata, è arrivato sul luogo deli scontri anche il console cinese a Firenze, nel tentativo di calmare gli animi surriscaldati dei propri concittadini .

TUTTO è accaduto nell’ambito di un controllo di routine effettuato da personale del servizio di sicurezza sui luoghi di lavoro della Asl, verifiche previste da un piano triennale varato dalla Regione Toscana. Controlli che, sebbene “sorvegliati” dalle forze dell’ordine (tra i carabinieri impegnati ieri, anche un militare di origini cinesi), fino a ieri non erano mai sfociati in disordini. Ma stavolta è stato diverso.

A FAR scoccare la scintilla della violenza è stata la contestazione di irregolarità, da parte degli ispettori, al titolare di uno dei capannoni nella zona dove sorge il grande negozio dell’Ikea. Prima il titolare della ditta ha reagito con degli spintoni all’indirizzo del personale della Asl e dei carabinieri. Poi, temendo una risposta altrettanto veemente da parte delle forze dell’ordine si è fatto scudo dietro al proprio figlio di dieci mesi.

A quel punto, è scoppiato un autentico parapiglia. Piazza Marconi è diventata il teatro degli scontri, con gli operai della ditta controllata letteralmente scatenati contro i gendarmi che non hanno risparmiato cariche mirate a far disperdere la folla e far desistere i contestatori. Almeno tre cittadini orientali sono rimasti a terra, quattro o cinque feriti anche tra i carabinieri. Nella lunga mediazione che ha seguito i tumulti, i cinesi si sono lamentati di controlli a loro avviso «violenti».