Madonna del Conforto, mai tanta folla: 70 mila in Cattedrale in un giorno. Vescovo, appello contro la crisi: "Basta divisioni"

Folla record per la giornata della fede aretina. Un muro di gente, a tratti ingestibile negli spazi del Duomo. In coda ad una giornata che si era aperta con un grave lutto: la morte di don Pietro Bernini GLI AMARANTO IN CATTEDRALE / L'OMELIA DEL VESCOVO / LA FESTA INTORNO AL DUOMO: LE FOTO / I PELLEGRINI: LE FOTO DI MATTINA / DON BERNINI: PER ANNI AI VERTICI DELLA CHIESA

L'Arcivescovo Riccardo Fontana

L'Arcivescovo Riccardo Fontana

Arezzo, 16 febbraio 2015 - Ore 00.26. Si sono richiuse le porte della Cattedrale, dopo oltre 18 ore di no-stop della fede. Gran finale con il tradizionale rito celebrato da don Alvaro Bardelli, il parroco del Duomo. La messa del ringraziamento, anche ai tanti volontari che hanno lavorato sodo non solo nella giornata della festa ma anche durante la novena, e in fondo anche la Messa dei badge, visto che tanti tra le panche hanno i distintivi di riconoscimento, facendo parte della squadra che ogni anno si attrezza ad accogliere circa 70 mila persone al 15 febbraio. "La cappella fu costruita con il mattone che ogni famiglia o congregazione religiosa di allora mise a disposizione proprio per raggiungere questo risultato. Eppure erano tempi pesanti, più critici di quelli di oggi. Perché oggi non dovrebbe essere possibile mettere il nostro singolo mattone a servizio di una causa comune". Don Alvaro ha scelto di dare la carica ala sua gente: sul filo del conforto ma in fondo soprattutto della speranza.

Ore 23.,15 Ancora folla in Cattedrale. In coda ad una giornata incredibile, che ha visto salire circa settantamila persone sul colle della fede aretina. A ondate,  ma soprattutto concentrate tra il primissimo pomeriggio fino alle 22 e passa. Difficoltà a passare, accessi bloccati, gente in coda in qualche momento fino ad un'ora pur di accedere alla balaustra delle benedizioni. Evidentemente la domenica ha favorito ancora di più le famiglie, che sono salite in massa in Cattedrale. E con le famiglie anche la squadra dell'Arezzo, guidata dall'allenatore Ezio Capuano, e il popolo della Giostra, nel tradizionale omaggio di quartieri, sbandieratori, musici e tutte le altre componenti alla Madonna del Conforto.

Ore 16. E' il momento della morsa. Un afflusso forse senza precedenti intorno alla cappella della Madonna del Conforto. Sono addirittura tre le code che si intrecciano in Cattedrale pur di poter accedere per qualche secondo davanti alla balaustra delle benedizioni. Il servizio d'ordine fa del suo meglio per alleviare l'attesa o almeno per organizzarla ma ci vuole circa un'ora per chi si affaccia appena in Duomo. E' il momento dei bambini, in attesa del rito più atteso: quello delle 18, celebrato da due Cardinali, Stella e Betori, affiancati da dieci Vescovi, oltre che dall'Arcivescovo aretino Riccardo Fontana.

Ore 12.30. Finita la Messa solenne celebrata dall'Arcivescovo Riccardo Fontana ma la Cattedrale resta strapiena. Ci sono difficoltà all'ingresso e all'uscita. Nel primo caso, davanti alla porta deel Vescovado, la gente è in coda e aspetta il momento buono per entrare. Ma in realtà è la stessa coda che si allunga davanti alla balaustra della Madonna del Conforto e che si dirama in due direzioni, una per ogni accesso al Duomo. Migliaia di persone, una parte delle quali raccolte nella navata per la Messa di mezzogiorno. E un flusso che da via Cesalpino risale verso piazza del Duomo. Il momento di punta è atteso nel primo pomeriggio e poi per la Messa Pontificale delle 18, celebrata dal Cardinal Beniamino Stella, prefetto della congregazione del clero, e concelebrata dal cardinal Giuseppe Betori, metropolita di Firenze, e da dieci vescovi in arrivo da tutta la Toscana.

"E' una città complicata, sofferente: e  questo è il momento nel quale deve arrivare dai cristiani la speranza agli aretini". Il Vescovo Riccardo Fontana parla nella Cattedrale piena. "Il nemico è l'indifferenza del nostro tempo. Dobbiamo essere in grado di remare dalla stessa parte. Se tutti i campanili della Diocesi tornassero a suonare intonati con quelli del Duomo saremmo un riferimento per il nostro tempo". E rinnova l'appello all'unità. "Basta dividerci tra gruppi e interessi contraposti: è il momento della solidarietà e della carità verso  i più deboli".

Intanto nella nottata era arrivata un'altra notizia amara: la morte di don Pietro Bernini. Canonico della Cattedrale, per tanti anni parroco della Pieve e insegnante di religione di tante generazioni di aretini. Era malato ormai da tanto tempo, e nei giorni scorsi il vicario generale e il vescovo Fontana gli avevano impartito l'estrema unzione in ospedale. "Stanotte alle 3 il nostro preposto del Duomo è andato dal Signore: lo ricordiamo stamani con affetto"  annuncia il Vescovo durante la Messa solenne

Ha aperto i battenti alle 6 in punto:;e fuori c'erano ad aspettare già decine di persone. Che bucano la notte, attraversano la città addormentata per non mancare il primo appuntamentio con la Madonna del Conforto, le lodi e poi la prima Messa della giornata della grande festa.

Una festa che alla vigilia si era aperta con un dramma. Per una vita ha ripreso i pellegrini della Madonna del Conforto. Per una vita ha raccontato la fede, il dolore, le speranze della gente. E il destino ha voluto che morisse proprio nelle ore della grande festa. Si è spento così Fabio Cappero, 80 anni appena compiuti, l'occhio elettronico di Tele San Domenico da una vita. E' caduto vicino alla sacrestia, forse ha battuto la testa: l'ambulanza si è affacciata dalla porta posteriore della sacrestia, quella che dà sul Prato, mentre i soccorritori tentavano di rianimarlo. E' morto poco dopo in ospedale, senza riprendere conoscienza. La televisione era la sua casa.

Fabio Cappero Con i colleghi aveva festeggiato da poco gli 80 anni. E se il malore non avesse avuto la meglio sarebbe stato di lì a pochi minuti ancora lì, al pezzo. E la televisione per la quale ha lavorato per anni si prepara alla più grande maratona Tv dell'anno. La diretta di una giornata infinita, dalle 6 di mattina fin oltre mezzanotte. Anticipata ieri da migliaia di persone che già sono salite su, fino alla cappella, favorite dal sabato e da un richiamo che non si allenta mai da oltre due secoli. Quasi a oltranza, fin oltre la mezzanotte. Seguendo i passaggi di una giornata quasi febbrile. Una Messa ogni ora. Alle 10 quella celebrata dal Vescovo Riccardo Fontana, alle 18 quella presieduta dai Cardinali Beniamino Stella, prefetto della Congregazione del Clero, e Giuseppe Betori: e poi tra le altre quella delle 20.30 celebrata dal Vescovo di Prato Franco Agostinelli e dopo le 23 quella finale, celebrata da don Alvaro Bardelli, l’inevitabile congedo della giornata. Intorno il suo popolo non in cammino ma al lavoro: dagli scout al centro del servizio d’ordine e dello smaltimenti di ceri e candele agli inservienti e ai tanti volontari che dalle 6 occuperanno ciascuno il loro posto in Cattedrale.  Lì dove decine di confessori aspetteranno pazientemente i fedeli, a tutti gli angoli del Duomo. In mezzo i mille momenti mandati a memoria, ormai nel tempo, a cominciare dalla benedizione dei bambini che nel primo pomeriggio affolla oltre ogni previsione l'interno della Cattedrale.

Il Vescovo ieri nella cappella della Madonna del Conforto Dieci vescovi presenti. Arriva da Firenze il cardinale  Giuseppe Betori, da Prato Franco Agostinelli e Gastone Simoni, da Pisa Giovanni Paolo Benotto, da Massa Giovanni Santucci ed Eugenio Binini, da Siena Antonio Buoncristiani, da Grosseto Rodolfo Cetoloni, da Massa Marittima Carlo Ciattini e l’emerito di Fiesole Giovannetti. 

Intorno il tradizionale clima. I banchini aperti da ieri. E perfino le scale mobili in funzione: su dodici rampe ce n'è una sola bloccata, quasi il record del mondo. La Cattedrale tempestata di fiori anche se la crisi si sente anche lì: tagliati i fiori e soprattutto tagliati quelli delle aziende, quelle che non ci sono più. 

Dai pulpiti le telecamere puntate di Tele San Domenico: orfane del loro storico operatore, spezzato da un malore alla vigilia, e alla cui famiglia mandiamo il nostro abbraccio più affettuoso