Sgarbi: "Ecco perché l'affresco è di Piero". Soprintendenza: "Non è certo, studi in corso"

Il critico spiega a La Nazione la sua analisi sul San Sebastiano nel museo civico di Sansepolcro. E' al secondo piano della struttura, viene dalla chiesa di Gricignano

Il San Sebastiano di Sansepolcro

Il San Sebastiano di Sansepolcro

Arezzo, 7 ottobre 2016 - La mano di Piero della Francesca. E' quella che Vittorio Sgarbi riconosce in un dipinto conservato nell'area depositi del museo civico di Sansepolcro. Anche se in realtà dal museo precisano che era un'opera già al pubblico al piano superiore del museo e attribuita alla scuola pierfrancescana. E che l'attribuzione è tutt'altro che certa. Ora l'affondo del critico

L'annuncio lo dà su un articolo uscito proprio sul Sette del Corriere della Sera. Frutto di una visita recente che il critico ha fatto al Borgo, in quello che, sia  pur tra le incertezze legate alla ricostruzione della nascita dell'artista, dovrebbe essere il seicentesimo anniversario della nascita.

E spiega a La Nazione i motivi della sua indicazione. «Il mio convincimento si basa su confronti palmari, lampanti. Si tratta senza dubbio di un’opera realizzata quando Piero aveva circa trent’anni, era un artista in allenamento. Il San Sebastiano è precedente alla Leggenda della Vera Croce, che rappresenta l’affermazione artistica, anche se il nostro era già un artista ammirato». Qual è il valore scientifico di questa scoperta? «Il valore scientifico di un’attribuzione è nella sua capacità di essere convincente. La scienza si applica per far diventare la critica d’arte una disciplina oggettiva, invece è un terreno scivoloso. In assenza di documenti si fanno delle ipotesi. È l’evidenza di ciò che il pittore ha fatto, del suo modo di lavorare, della sua storia che fa dell’attribuzione una certezza».

Quali sono secondo lei i primi passi da fare per valorizzare l’opera? «Innanzitutto restaurarla. A questo proposito, poiché la mostra di Forlì (Indagine su un mito, nda) si apriva con un’opera di attribuzione molto dubbia, chiederei alla Fondazione di restaurare il lavoro per “riparare“ quel danno e poi esporlo. Credo sia la soluzione più veloce visto che i tempi per un restauro che coinvolga anche gli enti pubblici sono più lunghi». 

Ma per Comune di Sansepolcro e Soprintendenza l'«attribuzione non è certa e l'opera è in visione». In una conferenza stampa convocata nelle sale del Museo civico, presente anche la direttrice Mariangela Betti, la presidente della Fondazione Piero della Francesca ed esperta della Soprintendenza Paola Refice ha spiegato che «l'opera è nota e da tempo è sotto osservazione, ma da lì a dire che è di Piero è ancora presto, non è un caso che sia stata catalogata e sottotitolata come 'attribuità a Piero della Francesca». Refice spiega inoltre che l'opera «non era in deposito, ma esposta dagli Anni Novanta nella Sala delle Sinopie». «È un' opera nota che è sempre stata apprezzata ma ancora non ha una firma precisa e necessita anche di adeguati restauri», ha aggiunto Betti.

Quel "San Sebastiano" è un affresco staccato di cm.202x95, proveniente dalla Badia di Gricignano. Secondo Sgarbi "tutto, a partire dalla testa antica e grave, nell’omaggio alla bellezza e alla giovinezza del santo statuario e luminoso, parla di Piero". 

L'opera risalirebbe agli anni giovanili dell'artista,nato a Sansepolcro, cresciuto artisticamente nella bottega di Antonio d'Anghiari e i cui segni nella città riportano fino al 1450. Secondo Sgarbi l'affresco potrebbe essere stato realizzato prima dell'inizio dei lavori nella chiesa di San Francesco in Arezzo, quindi in precedenza al 1452.