Lanciato il Sinodo, Vescovo: "Torniamo tra la gente" e lancia un appello ai laici

Immediati i primi appuntamenti: l'11 dicembre una relazione sulla chiesa in uscita. Verso la scelta dei nomi per la commissione preparatoria

Chiusa la porta santa

Chiusa la porta santa

Arezzo, 21 novembre 2016 - «E ora non ci guardiamo indietro». Il Vescovo Fontana per indire un sinodo storico, se non altro perché anche il primo dopo la fusione delle tre diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro, scomoda una delle pagine più dure del Vangelo: la moglie di Lot che si volta e diventa per questo una statua di sale.

«Dobbiamo guardare avanti e tornare tra la gente». E per questo accentua più ancora della bolla di indizione la processione in centro: la chiama più laicamente cammino, quasi a dare il senso di un evento che dovrà andare oltre le porte delle chiese. «Scendiamo giù per il Corso per fare strada con la gente». E’ il culmine di una giornata che per qualche ora calamita l’interesse non solo dei fedeli, erano state sospese tutte le Messe del pomeriggio in tutta la Diocesi, ma anche del centro storico. E in effetti il lungo serpentone di sacerdoti e laici che scivola giù dalla Cattedrale al Canto de’ Bacci e poi a San Francesco colpisce l’attenzione.

«Dobbiamo avviare un dialogo con tutti, la società di oggi richiede servizi sempre più adeguati». Mette al centro come al solito i poveri, le vittime della crisi ma assicura che il Sinodo andrà anche oltre. Chiude la porta santa del Giubileo ma riapre l’ennesimo portone a divorziati e separati, invitati forse non a caso in questa occasione all’inizio di un percorso diocesano sullo stile degli inviti del Papa.

E intanto passa subito alla fase operativa. Nei prossimi giorni dovrebbero essere decisi i primi nomi per la commissione preparatoria. Ma intanto in agenda c’è già un appuntamento molto prima: l’11 dicembre addirittura. Un incontro in seminario intorno a Dario Vitali, docente alla Gregoriana. Tema? Facile, la «chiesa in uscita».

La chiave di tutto l’appuntamento. All'esordio scandito da un infinito serpentone di sacerdoti giù dal Corso e dal Duomo ma che lega i suoi eventuali successi a come saprà coinvolgere, richiamare, tirare dentro i laici. Ai quali il Vescovo riserva l'invito più pressante e ai quali è pronto non solo ad aprire le porte delle chiese ma anche se possibile ad abbatterne le pareti. Perchè vuole un Sinodo operativo e non di solo ascolto, che ridisegni nei fatti la chiesa e non passi come acqua fresca. Possibilmente senza voltarsi indietro.