Senza pioggia riemerge anche il cuneo salino

La dottoressa Principe guida le rilevazioni dell’acqua di mare che sta invadendo la falda idrica con danni alle Pinete e all’agricoltura

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di Martina Del Chicca

Ci sono segnali, che ad un occhio preparato, non sfuggono. E possono far scattare un allarme. Ad esempio la presenza della lame, anche in periodi di carenza di pioggia, o addirittura di siccità, nella fascia retrodunale lascia sospettare una massiccia intrusione del cuneo salino nella falda della Macchia Lucchese. O il livello d’acqua basso, meno di un metro, nei pozzi. Per questo, senza ignorare i segnali lanciati dal Parco, l’Ente di Migliarino San Rossore ha deciso di finanziare uno studio, coordinato da Claudia Principe, membro del consiglio direttivo dell’Ente e prima ricercatrice dell’Istituto di Geoscienze di Pisa.

Dottoressa Principe, perché questo studio?

"Perché al momento manca una fotografia puntuale, aggiornata, sullo stato della situazione. In passato è stato fatto qualcosa in questo senso, ma è rimasto incompleto. Le condizioni, poi, oggi potrebbero essere mutate. E nell’ottica della conservazione, è fondamentale conoscere le caratteristiche dell’ambiente".

Quali sono i rischi di questo processo di salinizzazione degli strati acquiferi di acqua dolce?

"La risalita del cuneo salino è un fenomeno che va monitorato perché, oltre alle colture, può danneggiare i delicati ecosistemi che rendono il territorio costiero una riserva di biodiversità. L’acqua salata dovrebbe rimanere in mare, o poco dentro. Se si insinua, e trova spazio per entrare, lo strato di acqua dolce si assottiglia, fino a sparire. La conseguenza è che tutto ciò che si nutre di quell’acqua arriva a seccare, fino alla desertificazione. E’ questo il rischio peggiore che corre la Macchia".

L’assenza di precipitazioni e l’attuale siccità quanto incidono?

"Certamente non migliorano la condizione attuale. Ma gli effetti peggiori adesso sono per le colture, che non hanno la risorsa per essere irrigate a sufficienza".

Come verranno svolti gli esami?

"In ciascun punto di controllo è rilevato il livello della falda freatica e, a partire da questo, per ogni metro di profondità, vengono misurate la conducibilità elettrica specifica e la temperatura attraverso dei piezometri. Il confronto tra l’andamento di questi due parametri nelle diverse campagne di misura permette di verificare l’eventuale stato di avanzamento dell’intrusione dell’acqua salata nella falda più superficiale".

Quando potrete cominciare?

"Io conto di concludere lo studio entro l’estate. Sono in contatto con l’università di geologia di Pisa per mettere a frutto il progetto che il Parco intende finanziare in proprio. Questo ci permette di lavorare con tempi più rapidi".