Ladro in hotel, l'oca Reginaldo dà l'allarme e lo fa arrestare

E’ successo al "Giuly" di Torre del Lago, il titolare a tu per tu col malvivente

Alberto Pardini con Reginaldo, l’oca dell’hotel Giuly

Alberto Pardini con Reginaldo, l’oca dell’hotel Giuly

Torre del Lago (Lucca), 13 marzo 2018 - "Tutto merito di Reginaldo", un’oca da guardia. E’ grazie al suo insolito starnazzare che Alberto Pardini, domenica pomeriggio, è riuscito a sorprendere e a far arrestare un ladro che si era introdotto nell’albergo di famiglia: il Giuly. Piccolo paradiso dal gusto bucolico sul viale Marconi a Torre del Lago.

Pioveva a dirotto, erano le cinque del pomeriggio, e il rumore dell’acqua deve aver coperto i passi e l’armeggiare del malvivente. "Io – racconta Pardini, anima della frazione – non ho sentito assolutamente nulla. Solo quando mi sono affacciato dalla casetta di guardianaggio, richiamato proprio dai versi dell’oca Reginaldo, mi sono accorto che qualcuno era entrato nell’hotel", sempre chiuso d’inverno.

Una finestra era rotta, e nell’aria una puzza insistente di fumo: "A quel punto ho preso subito il cellulare per avvertire le forze dell’ordine". Ma non ha fatto nemmeno in tempo a contattare il centralino della Polizia, che si è ritrovato d’un tratto di fronte al ladro. Lui, scoperto, non ha fatto alcuna resistenza e ha tentato subito la fuga; "Mentre era al telefono con la polizia – prosegue Pardini – ho cercato di non perdere le sue tracce, così sono riuscito a mettere gli agenti sulla strada giusta. E infatti, arrivati in tempo, sono riusciti a fermarlo".

L’uomo aveva indosso degli abiti rubati, "precisamente – continua Pardini – i pantaloni della tuta che usavo quando giocavo a rugby, stipati insieme al guardaroba estivo in una stanza dell’albergo"; dettaglio, questo, che ha inchiodato il giovane, trentatreenne di origine romena, di fronte alle sue responsabilità. Che infrangendo il vetro di una finestra deve essersi ferito. Ha passato in rassegna tutte le camere, come confermano le macchie di sangue lasciate ovunque. "E deve essersi trattenuto a lungo nell’albergo, incurante delle nostre auto parcheggiate nel cortile. Ha bevuto un’intera bottiglia di liquore, ha fumato, e rovistato dappertutto. Non so cosa pensasse di trovare in un hotel chiuso".

Dalla hall però è scomparso il computer aziendale, "del quale – aggiunge Pardini – non abbiamo più tracce. L’ipotesi è che sia riuscito a cederlo velocemente, e che dunque potesse avere un complice".

Sparita anche una borsa ventiquattrore di pelle, "regalo di mio padre, ancora da rinnovare"; e i vestiti estivi di Martina, la fidanzata di Alberto. La domenica, per loro, è finita a pulire e sanificare tutte le stanze. "E c’è ancora molto da riordinare – conclude Alberto –. Poteva andare peggio, è vero, ma è un’esperienza che non auguro a nessuno. Purtroppo frequente nelle frazione, che chiede solo di ritrovare un po’ di serenità".