"Don Matteo 12 si farà". L'ipotesi di qualche episodio nei luoghi del terremoto

L'annuncio dei produttori Matilde e Luca Bernabei. Exploit dell'ultima puntata dell'11esima serie: 30% di share

Terence Hill nella fiction 'Don Matteo'

Terence Hill nella fiction 'Don Matteo'

Perugia, 20 aprile 2018 - Ha chiuso alla grande l'undicesima serie di "Don Matteo" (l'ultima puntata ha fatto registrare 6 milioni e 777mila spettatori, pari ad uno share del 30.18%, programma più visto di giovedì 19 aprile) e già si annuncia la stagione numero 12 della popolare serie con Terence Hill ambientata in Umbria.

Così, alla festa che si è svolta il 19 aprile al Teatro Nuovo 'Gian Carlo Menotti' di Spoleto, i produttori Matilde e Luca Bernabei (presidente e amministratore delegato della Lux Vide) hanno annunciato la continuazione della serie: "Vogliamo produrre una 12esima edizione di 'Don Matteo' ancora più bella e con dei temi ancora più forti, stiamo pensando a una collezione di tv movie, ma non possiamo svelare il tema".

Spoleto resta al centro della serie, ma non è esclusa qualche puntata in altre località ed esiste la possibilità che il prete più famoso d'Italia giri qualche puntata in alcune parti dell'Umbria colpite dal sisma: "Ci stiamo lavorando, tutto è possibile _ha detto Luca Bernabei_ . Don Matteo è una delle serie televisive più amate dagli italiani e la 12esima stagione la vogliamo proprio fare per tanti motivi, sia per i telespettatori che per i fan, ma poi la dobbiamo soprattutto all'Umbria che in questo ultimo anno ha tanto sofferto. Il motivo della festa che abbiamo organizzato a Spoleto è anche la dimostrazione della nostra vicinanza a tutti gli umbri, dando anche un messaggio di speranza e di futuro che ci sarà. Anche se noi siamo pronti per 'Don Matteo 12', ovviamente l'ultima parola spetta alla Rai".

 

Intanto, in casa Rai si godono il nuovo exploit della serie: "L'undicesima stagione di don Matteo si è conclusa confermandosi uno straordinario successo che è sotto gli occhi di tutti gli italiani _ dice il direttore generale della Rai, Mario Orfeo . È un risultato non scontato dovuto alla grande capacità degli interpreti, degli autori e della regia di sapersi rinnovare e conquistare un pubblico sempre più giovane affrontando i tanti temi legati alle emergenze della nostra attualità. Una nuova dimostrazione di come il servizio pubblico sia capace di promuovere storie e linguaggi in grado di essere al passo con i tempi anche nel solco della tradizione legata a uno dei titoli più duraturi della Rai».