Carla Fendi: "Il mio amore per Spoleto"

La mecenate del Festival dei Due Mondi: "Un dovere e un piacere sostenere arte e cultura"

Carla Fendi

Carla Fendi

di Donatella Miliani

SPOLETO, 17 luglio 2016 - «Il mio grandissimo amore per Spoleto mi ha portato ad un coinvolgimento totale. L’investimento non è stato solo economico, ma anche di tempo ed energia, e sono state tante le gioie e le soddisfazioni oltre all’affetto da parte della città che sempre mi scalda il cuore». Carla Fendi (foto a lato), da lungo tempo sostenitrice del «Due Mondi», non ha dubbi. «Trovo che ognuno debba donare, a secondo delle proprie possibilità, ovvio. E’ molto importante che i privati, e con questo intendo le persone fisiche e non le aziende, sentano il senso di responsabilità nei confronti del bene pubblico e si adoperino in quelli che considero ‘atti di puro mecenatismo’ come faccio io. Da sempre ho amato l’arte e il mondo della cultura e sia prima, con l’azienda, che ora, come privato, sento di voler continuare a dare. Mi auguro che il mio messaggio possa essere da incentivo per altri». L’edizione 2016 del Festival si è appena concluso con un bilancio di grande successo anche grazie al sostegno dato dalla Fondazione Fendi, main partner della manifestazione. Dopo aver curato il restauro del Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi, la Fondazione organizza ogni anno in questo ‘scrigno’ un cartellone di eventi con un progetto/performance sempre originale.

Quest'anno il tema era il Barocco. «Il progetto – spiega la Fendi –, è stato un percorso nella modernità del Barocco per raccontare come la Realtà di oggi cerchi rifugio nell’ambiguo, nell’eccezionale, nell’inganno quasi fosse espressione, appunto, di un eterno Barocco». Un ‘viaggio’ cominciato al Chiostro di Sant’Eufemia, con il «Vespro della Beata Vergine» di Claudio Monteverdi, magnifica espressione di ogni diversità musicale e conclusosi al Caio Melisso Spazio Carla Fendi, con la performance (nella foto il finale con la Fendi e Ferrara sul palco) che raccontava i tre aspetti della mutevolezza, una delle cifre di questa corrente del Seicento. «Ho fortemente voluto la realizzazione della performance sulla modernità del Barocco – aggiunge la Fendi –, la cui regia è stata affidata a Quirino Conti, perché trovo interessante ed utile raccontare il tempo in cui viviamo. Oggi c’è una profonda insofferenza per il Reale e il razionale, la società ormai spettacolarizza qualsiasi cosa cercando risposte in un percorso più complesso e ambiguo e dunque nell’eccezione, nell’anomalia e nell’inganno che il Barocco incarna. Mi auguro che questo progetto possa offrire un interessante spunto di riflessione sulla nostra contemporaneità e avviare un dibattito proficuo». Il Premio Fondazione Carla Fendi è stato attribuito quest’anno al Maestro Antonio Pappano che ha diretto il concerto finale in piazza Duomo. Donatella Miliani