’Trasporti, sanità e servizi: ci siano appalti di qualità e regole trasparenti’

Cgil, Cisl e Uil aprono una vertenza con la pubblica amministrazione. "Basta contratti che peggiorano le condizioni dei lavoratori"

Appalti e pubblica amministrazione: Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria aprono una vertenza e presentano un documento dove riassumono diverse rivendicazioni per garantire “la cultura del buon lavoro“. "Trasporti, sanità, servizi, mense: troppo spesso – dice Angelo Manzotti, segretario generale della Cisl dell’Umbria – si assiste a capitolati di appalto che pongono le basi per un peggioramento della qualità del lavoro e conseguentemente determinano un deterioramento della qualità dei servizi offerti. Quando si parla di appalti ad alta intensità di manodopera, ci si riferisce principalmente ai servizi in comparti spesso essenziali: ospedali, strutture socio-sanitarie, scuole, università, regione, province, enti locali e società partecipate dal pubblico".

"La pubblica amministrazione, in tutte le sue articolazioni possibili – prosegue Stefania Cardinali, segreteria della Cgil - si configura sul piano regionale come la più grande stazione appaltante di servizi ad alta intensità di manodopera. Cgil, Cisl e Uil Umbria ritengono opportuno aprire una fase di confronto con le principali stazioni appaltanti sul piano regionale al fine di avere un quadro quanto più esaustivo della situazione in essere ed allo stesso tempo promuovere quelle buone prassi che si rendono necessarie al fine di favorire contratti stabili e dignitosi". I sindacati pertanto reputano non più rinviabile l’apertura di un confronto con le stazioni appaltanti pubbliche.

"Troppo spesso – nota Nicola Cassieri (Uil) le lavoratrici ed i lavoratori occupati negli appalti a seguito di un “cambio di appalto” si ritrovano in una situazione peggiore rispetto alla precedente pur continuando a svolgere lo stesso lavoro. Chiediamo dunque se è possibile che un appalto fornito dal sistema pubblico possa peggiorare le condizioni economiche e sociali dei lavoratori che in quell’appalto operano? E’ possibile che per inseguire una “logica di risparmio” quel risparmio si realizzi sulle già deboli retribuzioni degli operatori del settore? Troppo spesso si osserva che il pubblico, nel “risparmiare” sull’appalto, in ambiti ad alta intensità di manodopera, in realtà realizza un solo obiettivo, far pagare quel risparmio agli operatori del settore, innescando un percorso perverso al termine del quale quel lavoratore (non più autonomo economicamente) si rivolge poi al servizio pubblico per ricevere assistenza sociale.

"Sempre al fine di promuovere il “buon lavoro” i sindacati intendono sollecitare , attraverso tale azione, la realizzazione di un sistema di controllo e sanzionatorio, che possa garantire la trasparenza e la legalità a partire dalla partecipazione alla gara fino alla conclusione del servizio, sviluppando una azione di controllo sui versamenti retributivi e contributivi da parte della stazione appaltante, prevedendo che la mancata osservanza, oltre all’istituto della surroga, possa comportare le risoluzione del contratto".

Silvia Angelici