ALESSANDRO ORFEI
Cronaca

Ospedale, tra luci e ombre. Tutto pronto per i primariati. Ma i “nodi“ non mancano

Francesco Corea (Cimo Fesmed) fa il punto della situazione per l’Usl 2 e il San Giovanni Battista. Sulla pronta disponibilità c’è ancora da lavorare.

L’ospedale di Foligno

L’ospedale di Foligno

Passi avanti sui primariati vacanti ma manca ancora un piano dell’emergenza, un tavolo per il contratto di lavoro e serve l’applicazione concreta della ‘pronta disponibilità’ dei medici deliberata dalla Regione. Luci e ombre per la Usl2 e l’ospedale di Foligno dopo l’estate. A fare il punto della situazione è il dottor Francesco Corea, segretario aziendale Cimo Fesmed che ha scattato una fotografia delle novità e delle criticità ancora rimaste attraverso un video sui social. Il primo tema evidenziato è la questione dei primariati vacanti, la cui copertura si inserisce all’interno di un processo di integrazione degli ospedali di Foligno e Spoleto per la nascita del cosiddetto ‘Terzo polo ospedaliero’. Manca solo l’ufficialità per i primariati di cardiologia, ortopedia, rianimazione che saranno ovviamente unici tra Foligno e Spoleto. I concorsi sono ultimati e le graduatorie sono pubblicate, i primi piazzati dovranno ora accettare l’incarico ed entrare in servizio. È ancora in corso quello per Radiologia. Quelli che mancano, in relazione anche ai recenti pensionamenti, sono Psichiatria, Pneumologia, Medicina. Positivo per Corea l’ingresso in servizio degli specializzandi, il cui tipo di impiego però presenta dei limiti di orario come la notte. Cimo richiede invece all’azienda interventi urgenti per quanto riguarda la cosiddetta ‘pronta disponibilità’ dei medici e il Piano dell’emergenza.

"Questa procedura – dice Corea – manca da prima del Covid ed è ormai necessaria. Anche da lì, in un documento che andrebbe aggiornato con cadenza triennale, si desumerà chi fa cosa e dunque un modello di organizzazione a cui dare completamente la piena operatività". Evidenziata dal dottor Corea anche la problematica del reclutamento del personale. Troppo spesso infatti i medici che entrano hanno una formazione generalista e non adatta magari all’uso di determinati macchinari. Questo però diventa un problema in un contesto di carenza e di sotto organico.