"I radioamatori sono la voce dell’emergenza"

Il presidente dell’Ari, Fucelli: "La nostra passione non è solo un hobby. Durante i terremoti e le calamità siamo in grado di comunicare con il mondo"

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Chi pensa che i radioamatori siano un gruppo di hobbisti vintage (pur supportati da conoscenze tecniche e normative) si sbaglia di grosso. "I radioamatori – spiega il presidente dell’Ari Perugia, Francesco Fucelli – sono ’sperimentatori’ in grado di destreggiarsi in qualunque situazione per poter comunicare con ogni angolo della terra con mezzi propri. Strategica la nostra funzione nelle situazione di emergenza, quando in caso di calamità viene sospesa l’erogazione di energia elettrica. Ricordo che, quando Portorico è rimasta isolata dopo un violento uragano, molti portoricani residenti in Italia ci hanno chiesto aiuto per potersi mettere in contatto con i loro familiari: così con le nostre radio siamo riusciti a creare una rete di comunicazione".

La vostra è dunque una passione e una competenza che mettete anche al servizio della collettività? "La nostra associazione – racconta Vincenzo Belloni, tra i soci storici dell’Ari – è presente sul territorio perugino dal ’46. Abbiamo prestato il nostro servizio in caso di emergenza sia in ambito locale (terremoti di Valfabbrica, Spina, Norcia) che in ambito nazionale. Gestiamo la Sala radioamatoriale della Prefettura di Perugia effettuando prove di sintonia con le altre prefetture italiane, il Dipartimento di Protezione Civile e le navi della Marina Militare in qualunque angolo del mondo esse siano, in modo da mantenerla pronta ed efficiente in caso di reale emergenza".

Come si diventa radioamatori?

"Per ottenere la patente – dice Giulio Rossi, uno dei nuovi acquisti dell’Ari – è necessario superare un esame al Mise. Una prova che richiede competenze tecniche e normative relative al servizio che svolgiamo (fino a qualche anno fa i candidati dovevano sostenere anche due prove pratiche di trasmissione e ricezione di segnali in codice Morse)".

Come vi tenete allenati?

"Tutti gli anni organizziamo un “contest” che si chiama “Field Day IARU Reg.1”. Sabato alla Trinità abbiamo installato nel giro di poche ore una stazione da campo con tenda P.I.88, gruppi elettrogeni e un vasto parco

antenne per prendere parte a quella che per i radioamatori è una “competizione” ma che per la Protezione Civile invece è un importante collettore di nozioni utili in caso di emergenza".

Silvia Angelici