Fiorentina, 'Rinascimento' Benassi: "Pronto a rinnovare" / VIDEO

Parla il centrocampista viola: "Superate le difficoltà grazie ai tifosi". Il contratto scade nel 2022 ma vuole chiudere la carriera a Firenze: "E’ la mia seconda casa. Iachini? Ci siamo subito capiti"

Marco Benassi durante l'intervista (Germogli)

Marco Benassi durante l'intervista (Germogli)

Firenze, 23 gennaio 2020Benassi, partiamo da una curiosità: come mai Pradè l’ha definita bonariamente un ’rompiscatole’? "Si riferisce alla prima parte di stagione (ride, ndr). Ci piace un po’ stuzzicarci, tra battutine e provocazioni. Lui le fa a me e viceversa. Abbiamo un bel rapporto, schietto e sincero, fin da quando questa estate e abbiamo fatto il punto dopo che era cambiato praticamente tutto". A proposito di cambi, Lirola ha detto che Iachini sfrutta meglio le qualità. E’ così anche per lei? "Come interpretazione del gioco sì. E’ anche vero che con Montella ho visto poco il campo e ho avuto anche io poco modo di capire se rientravo nel suo sistema di gioco". Evidentemente no... "Una cosa è sicura, con il mister nuovo mi trovo molto bene. Ci siamo subito capiti". Solo questo? "E’ scattato anche qualcosa a livello mentale. Ci siamo guardati tutti negli occhi: dovevamo fare qualcosa di diverso, soprattutto nell’atteggiamento e il mister ci ha dato una mano". Dove potete arrivare ora? "Dirlo adesso è troppo presto. Potremo fare strada se capiremo fino in fondo quali sono stati gli atteggiamenti che ci hanno portato e vedere il fondo". La coppa Italia era una manifestazione da onorare. Ora è diventata un obiettivo concreto? "Tutto può succedere è una competizione difficile e lo abbiamo visto anche a Napoli, con la Lazio eliminata. Quando sei ai quarti vuoi arrivare in fondo". Ma era tutta colpa dell’allenatore quando la Fiorentina giocava male? Ora siete trasformati. "Non è una questione solo di organizzazione tattica. L’allenatore può essere bravo, ma se il giocatore non va è difficile. C’era bisogno di una scossa emotiva. Come a Bologna: prestazione di sofferenza e solida". Quindi l’aspetto mentale è da non sottovalutare. "Intensità cattiveria, voglia di arrivare non devono mai mancare. Se molli un attimo sei punito e torni immediatamente dove eri quattro partite fa". Quindi l’obiettivo è... "Alt. Guardiamo partita dopo partita e vedremo". Guardiamo avanti. Il suo contratto scade nel 2022, a 28 anni. Troppo presto per il rinnovo? "Già da questa estate l’obiettivo è di rinnovare. Voglio restare qui e togliermi più soddisfazioni possibili con questa maglia e giocare competizioni importanti qua. Il mio futuro è a Firenze e lo sanno il direttore Pradé e la società". Mai preso in considerazione la possibiltà di cambiare aria? "No, assolutamente, anche quando non giocavo la mia idea è sempre stata di restare. Ora bisognerà che sia d’accordo anche la società e il direttore (ride, ndr). Per me il discorso è aperto; troveremo il momento giusto". Insomma, viola fino in fondo? "Assolutamente. Sono qua da quasi tre anni, la mia famiglia si trova benissimo e mi sento a casa perchè ho un rapporto speciale con tutti". E i tifosi? "Non li dimentico. Il primo anno nelle partite iniziali ebbi qualche difficoltà e furono i primi a sostenermi; poi non sono mai stato fischiato, quindi non posso che essere grato. Cerco sempre di ripagarli con le prestazioni". Il primo dei tifosi è Commisso "Ha un entusiasmo clamoroso e contagioso. E’ sempre stato così anche nella tournée in America ci ha sempre coinvolto. Una persona molto calorosa". Facciamo due passi indietro e torniamo a Pioli. "Sono stato uno di qulli che ne ha risentito di più quando se n’è andato. C’era e c’è un legame che va oltre al calcio. Un rapporto sincero tra padre e figlio". Da bomber a scalda panchina. Difficile darsi una spiegazione. "Credo che sia dovuto alle idee di Montella. Da una stagione da protagonista con nove reti, alla panchina. Lui ha provato anche a spiegarmi i motivi". Quali? "La difficile convivenza con Castrovilli, due offensivi. Preferiva Badelj e Pulgar più predisposti a tenere la posizione. Più che l’aspetto tecnico, mi è dispiaciuto che dopo una stagione comunque buona per me, sono stato tra i primi a essere messo in discussione. Non parlo di società, dico fuori. La sensazione è che in base a come ti chiami i giudizi possano cambiare, anche se hai fatto 9 reti. Ma so bene come funziona". Il suo rapporto con Montella? "Normale. Ho chiesto sincerità e la possibilità di giocarmela alla pari con gli altri. Sono rimasto fuori sette partite. Poi a Sassuolo in campo e vittoria. Complimenti da tutti e poi di nuovo in panchina... Ma non ci sono mai state liti. Rapporto normale".