X Factor, i toscani in gara. Renza, i Moka Stone e la sorpresa BowLand

Ultimo scoglio: gli home visit, poi via con le dirette in prima serata

I Moka Stone a X Factor 2018

I Moka Stone a X Factor 2018

Firenze, 13 ottobre 2018 - X Factor 2018 arriva a uno snodo cruciale: gli home visit. Dopo i bootcamp i quattro giudici hanno ridotto le proprie squadre a cinque concorrenti ciascuno e agli home visit ne resteranno tre per giudice. A dire il vero i live vedranno anche un'altra novità, l'avvicendamento di un mentore con Lodo Guenzi che prenderà il posto di Asia Argento dopo le ben note vicende e polemiche contro le quali nulla hanno potuto le levate di scudi degli altri giudici e del pubblico. Anche perché Asia ai provini era piaciuta, mostrando una discreta competenza e soprattutto una gran serietà nell'affrontare il compito.

Al serale potrebbero arrivare tre nomi toscani, due gruppi e una cantante solista.

Partiamo dai gruppi: i Moka Stone, gruppo nato da Gabriele Capri (di Cenaia, Pisa) che si è unito poi al volterrano Pietro Spinelli (tastiere e synths), al batterista viareggino Gabriele Guidi e a Lorenzo "Palmè" Palmerini (chitarra elettrica), di Lido di Camaiore (insegna chitarra alla Jam Academy di Massarosa). Dopo l'inedito "Grazie di che", che era piaciuto a quasi tuti i giudici con riserva di Fedez, ai bootcamp hanno eseguito "Renegades of funk" dei Rage against the machine, con riscrittura della strofa a opera di Moka. E' andata bene e Asia Argento ha dato loro una sedia facendo uno switch con i "Kafka sui pattini".

Ci sono poi i BowLand, trio iraniano trapiantato a Firenze, composto da Lei Low, Pejman e Saeed, due ragazzi e una ragazza arrivati in Italia per studio e che nel 2015 fanno nascere il progetto musicale BowLand, nel campo di nicchia del trip-hop, anche se declinato in maniera un po' particolare (e molto affascinante). Atmosfere oniriche, eteree come la voce di Lei Low, elettronica e "rumori" vocali e strumentali, sensualità non ostentata ma che nasce dalle sequenze musicali e ti entra nel cervello. E la musica si unisce anche alla grafica, in quella che diventa una performance a tutto tondo nel paese immaginario di BowLand. Dopo la versione molto personale di "Get busy" di Sean Paul, ai bootcamp hanno portato "Maybe tomorrow" degli Stereophonics, sempre nel loro sound elettro-ipnotico. Erano gli ultimi a esibirsi e forse i più attesi, Asia non ci ha pensato nemmeno un secondo a dar loro una sedia.

I Bowland
I Bowland

Infine c'è Renza Castelli, di Pietrasanta con formazione musicale recente a Santo Stefano Magra all'accademia "La Voce" di Fulvio Tomaino. Dopo aver impressionato con "Waiting in vain" di Bob Marley, Fedez le ha dato una sedia ai bootcamp dopo la sua bella esibizione con "Mad about you" degli Hooverphonics. 

Renza Castelli
Renza Castelli

Vedremo se tutti e tre riusciranno ad approdare ai live: le carte in regola ci sono.