New Order, il mestiere che arriva dai club

La formazione di Manchester in unica data italiana al Summer Festival di Lucca

Bernard Sumner (foto Alcide)

Bernard Sumner (foto Alcide)

Lucca, 13 luglio 2018 - Il suono di Manchester resta sempre attuale. Quel movimento degli anni '80 che caratterizzò il post punk per raccontare l'Inghilterra dell'era Thatcher rimane nei cuori di molti. Del trio di nomi storici di quel periodo (gli altri erano Oasis e Smiths) i New Order rappresentavano la voglia di sperimentare nuove sonorità restando ancorati all'atmosfera da club che vuol dire rigore, passione e sudore. Potevano mollare tutto dopo la tragica fine dell'esperienza Joy Division e invece hanno fatto la storia del rock grazie anche all'attività del locale The Hacienda da loro aperto nel 1982 e ai dischi usciti per la Factory Records. Fortunatamente sono ancora vivi e vegeti: il bassista Peter Hook da anni segue un percorso parallelo quindi sul palco di Lucca per il Summer Festival si sono presentati Bernard Sumner come frontman indiscutiibile e gli altri due componenti originari Stephen Morris alla batteria e Gillian Gilbert alle tastieere. Accanto a loro Phil Cunningham  alla chitarra e Tom Chapman  al basso.

E' stato un programma in bilico tra passato e produzione più recente. Da una parte molto repertorio è stato preso da un album relativamente nuovo come l'ultimo Music Complete del 2015 (come Plastic o Restless), dall'altra i successi pescati dagli anni '80 a partire dalla festeggiatissima Bizarre Love Triangle a Your Silent Face fino a Perfect Kiss e Sub Culture da Low Life. E poi le radici, quei Joy Division sempre presenti nella storia pesonale di Sumner e Morris con ben quattro brani a inizio e fine concerto con sullo schermo le foto dello scomparso Ian Curtis, una delle icone del rock per talento e fine tragica. Il logo dell'album Unknown Pleasures fa bella mostra di sé più volte nelle immagini a fondo palco e sulla maglietta di Sumner. Love Will Tear Us Apart, pasta come ultimo brano, è il simbolo perfetto di una storia importante.

Che nonostante tutto dura ancora oggi, grazie al modo di lavorare dell'ape operaia, simbolo di Manchester.