L'arte del Quartetto Ebène con Alexander Lonquich

Conferma delle qualità dell'ensemble francese agli Amici della Musica. Ospite in un brano il pianista tedesco

Il quartetto Ebéne (foto Julien Mignot)

Il quartetto Ebéne (foto Julien Mignot)

Firenze, 5 novembre 2018 - A un anno dalla proposta di Verklärte Nacht di Arnold Schönberg, la stagione degli Amici della Musica ha ospitato nuovamente il Quartetto Ebène. In quell'occasione, oltre al brano citato, la formazione aveva eseguito un concerto molto particolare, con tanto di buio iniziale e composizioni da due a più strumenti fino ad arrivare al numero di sei. Stavolta l'approccio era più tradizionale e sopratutto era focalizzato sulla formazione e sul repertorio da quartetto, anche se la seconda parte vedeva come ospite il pianista tedesco Alexander Lonquich nel quintetto di César FranckPierre Colombet, violino primo, Gabriel Le Magadure, violino secondo, Marie Chilemme, viola e Raphael Merlin, violoncello hanno quindi deciso di puntare sull'Ottocento con l'opera 18 numero 5 di Ludwig Van Beethoven e l'opera 51 numero 1 di Johannes Brahms.

Sul palco del Saloncino della Pergola il quartetto ha convinto pienamente nella sua lettura del giovane Beethoven, esaltandone la cantabilità senza addentrarsi nei momenti di profondità che appaiono comunque nei due movimenti conclusivi. Una prassi scelta anche per Brahms, la cui struttura è diversa per epoca e stile, e quindi di approccio più complesso. Il quintetto di Franck, più raramente eseguito, ha mostrato invece un legame molto stretto fra linguaggio musicale e strumentisti. Un vera e propria simbiosi con l'opera del compositore conterraneo e i suoi momenti tardo romantici. In questo si è calato bene il pianismo di Lonquich, aggiungendo il rigore e la nitidezza di suono a quelli del quartetto. 

Dopo Franck, un fuori programma di tutto rispetto, quale il secondo movimento del quintetto di Robert Schumann, dove lirismo e introspezione sono stati resi con maestria. Un successo ampiamente meritato.