Club Enrico Chiesa: un tifoso speciale. Un ‘Roburrino’ per Cannoni: "La B l’emozione più bella»

Fabio Cannoni premiato dal Siena Club Enrico Chiesa per la sua passione e dedizione alla Robur. Racconta trent'anni di emozioni e spera in un futuro nel professionismo per il club.

Un ‘Roburrino’ per Cannoni: "La B l’emozione più bella"

Un ‘Roburrino’ per Cannoni: "La B l’emozione più bella"

Ha ricevuto dal Siena Club Enrico Chiesa, il premio Paolo De Luca: Fabio Cannoni, sì, è un ‘tifoso storico’ della Robur, e la sua opera prima ‘Certi amori non finiscono’, in cui ripercorre trent’anni al seguito dei colori bianconeri, che ha riscosso un gran successo, lo sta a dimostrare. Il sodalizio presieduto da Lorenzo Rosso ha deciso di consegnare il ‘Roburrino’ a Fabio Cannoni, proprio per "la sua passione e per l’attaccamento alla maglia", come ha spiegato il vice presidente del Club Riccardo Benucci. "Il ricordo più bello che ho vissuto da tifoso del Siena – ha detto Cannoni – è stata la promozione in Serie B, anche se so che in molti non saranno d’accordo. Abbiamo atteso quella promozione 50 anni, dopo tante problematiche e momenti di stallo. Dopo la partita con il Sandonà non ebbi neanche il coraggio di scendere in campo, rimasi in gradinata a piangere come un bambino di tre anni". "Di momenti brutti ce ne sono stati – ha proseguito – ma sono sempre stati sorpassati da situazioni in continuo evolversi. Da tifosi del Siena non siamo mai riusciti a vivere un’estate tranquilla, siamo sempre andati a Follonica con l’ansia. Ma anche i momenti più difficili possono essere belli: spesso i club dei tifosi nascono nei periodi di maggior soddisfazione, i Fedelissimi invece sono nati in uno di criticità, la prima retrocessione in D, un dramma. Da lì è iniziata una storia che va avanti ancora oggi, anche grazie a Lorenzo Mulinacci". Il sogno di Fabio Cannoni? "Quest’anno già è stata gettata una base importante . Spero che questo primo passo possa portare il Siena intanto nel professionismo, sarebbe già un grosso successo. Ma non sarà facile: la prossima D ricorda quella degli anni ’70: sarà dura".

A.G.

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