
di Paolo Bartalini
Con i giallorossi in pausa, per via del numero dispari di concorrenti dell’Eccellenza girone B, tocca al preparatore atletico Yuri Balestri (nella foto) il compito di esaminare il quadro all’interno del collettivo. Cinquanta anni festeggiati martedì 11 maggio, da Prato, Balestri è da tempo al fianco di mister Calderini negli staff di vari sodalizi:
"Siamo insieme da un decennio – spiega – ovvero dal periodo in cui eravamo al Fiesole Caldine. Le nostre strade non si sono più separate da allora. Intesa e sintonia permettono di predisporre il lavoro sul campo anche solo in virtù di un semplice sguardo. Siamo animati inoltre, Calderini e il sottoscritto, dall’identico spirito combattivo e a Poggibonsi abbiamo trovato un ambiente adatto alle nostre caratteristiche".
Il turno di riposo arriva nell’attimo giusto per i Leoni in vetta?
"Direi di sì. Siamo stati da tale profilo abbastanza fortunati ad avere la possibilità, adesso, di tirare un po’ il fiato e di recuperare alcuni dei componenti del team reduci da qualche acciacco. In una stagione anomala, del resto, con otto gare sprint in calendario, siamo più che mai chiamati a offrire il meglio nelle fasi decisive del torneo. Era la prima volta di una situazione del genere, tra inizi, interruzioni, sedute a distanza e riprese. E si spera che sia anche l’ultima".
Ecco, gli allenamenti in solitudine. Quali esiti?
"Riconosco senza dubbio ai ragazzi la validità del percorso da loro effettuato durante il lungo stop. Un bravo a tutti per essersi attenuti con scrupolo ai programmi. Certo, i giocatori con un fisico più possente forse in parte hanno sofferto per acquisire una forma idonea per i match ufficiali".
Cronometro, fischietto, computer: che tipo di preparatore è Yuri Balestri?
"Cerco di creare un rapporto di pieno rispetto con il gruppo. Sono stato io stesso calciatore – dalla Berretti del Prato a club dilettantistici di Prima e Seconda categoria, anche con qualche vittoria finale all’attivo – e quindi, visti i trascorsi dall’altro lato della barricata, non ho difficoltà a tenere in mente le esigenze degli atleti. Quanto alla definizione, mi considero un ‘sergente di ferro’ ma esclusivamente perché convinto che la fatica sul rettangolo in settimana porti dei vantaggi alla domenica".
E da qui all’epilogo? Prospettive?
"Un’ulteriore incognita, per ogni formazione, è rappresentata dal clima. Nessuno è abituato a disputare a giugno degli incontri fondamentali con temperature a 35 gradi. Per il momento, con l’eccezione della giornata estiva di Terranuova Bracciolini, non si sono verificati problemi da questo punto di osservazione. Valuteremo in previsione delle successive sfide".