PAOLA TOMASSONI
Cronaca

Il 5x1000 per cure agli studenti. Svolta psicologica dell’ateneo contro ansie e depressioni

La consulente Grassini: "L’anno scorso 352 iscritti all’università hanno avuto colloqui con esperti". Il professor Fagiolini: "Lo scopo del progetto è capire il disagio e intervenire".

Svolta all’Università di Siena che destina il ricavato annuale del 5X1000 alla ricerca, investendo sulla salute dei propri studenti: i 58mila euro frutto del contributo di due anni fa vanno a finanziare uno studio sui sintomi di ansia e depressione che gli studenti universitari manifestano sempre più frequentemente.

"L’anno scorso – rivela Sonia Grassini, referente del servizio di consulenza psicologica dell’ateneo - ben 352 studenti si sono rivolti allo psicologo, sottoponendosi ognuno a 4-6 colloqui. "Dopo aver finanziato una ricerca sul contrasto ai disturbi alimentari, quest’anno lo studio sui sintomi di ansia e depressione giovanile – annuncia il rettore Roberto Di Pietra -. Il disagio degli studenti è nel tempo divenuto più evidente, pertanto vogliamo conoscere il fenomeno, per poi prenderci cura dei nostri ragazzi. Iscriversi ad un’università non vuol dire solo studiare, ma anche fare un’esperienza di vita e perché sia costruttiva e formativa deve essere piacevole".

Il progetto di ricerca, denominato ‘Studio longitudinale di screening precoce sui fattori di rischio e protettivi psicosociali per l’esordio di sintomi ansioso-depressivi negli studenti universitari’, parte dall’osservazione scientifica che sono in aumento i sintomi di stress, ansia e depressione: i sintomi depressivi – secondo un recente studio - colpiscono il 30,6% degli studenti, mentre i sintomi di ideazione suicidaria si rilevano su una percentuale dell’8,8. In entrambi i casi si tratta di tassi più elevati rispetto alla popolazione generale.

La ricerca, che riguarderà studenti dell’Università che aderiranno su base volontaria, si svilupperà attraverso il supporto psicologico proposto ai partecipanti che presentano sintomi di ansia a depressione clinicamente significativi. Il progetto sarà portato avanti dalla Psichiatria universitaria diretta dal professor Andrea Fagiolini, dall’Unità socio-assistenziale di Psicologia, diretta dalla dottoressa Assunta Basile e dal servizio di consulenza psicologica dell’ateneo, coordinato da Sonia Grassini; referente per il progetto è il professor Andrea Pozza. E’ previsto anche l’arruolamento di uno psicologo, con un impegno di tre giorni a settimana alle Scotte e di un giorno a settimana nella sede di Arezzo.

"Sia nell’attività clinica che in quella didattica abbiamo notato l’aumento di malattie legate allo stress , soprattutto a carico dei più giovani, i più fragili – sottolinea il professor Fagiolini -, tale da comprometterne il rendimento. Lo scopo del progetto è capire il disagio e offrire attività, servizi atti a limitarlo o prevenirlo". "Prima di tutto faremo una mappatura da qui ad un anno della situazione, sia dei fattori di rischio che di quelli protettivi – illustra il professor Pozza -: fra i primi ci sono il disagio, l’ansia correlata alla vita accademica, alla performance, sintomi depressivi e legati all’uso delle nuove tecnologie. Quello che vogliamo offrire sono spazi di socializzazione e condivisione, momenti psicologici per prendere coscienza di se stessi".

In particolare, sarà studiato il ruolo di una serie di fattori di rischio sociodemografici, quali il genere, la zona di residenza, il corso di laurea; e psicologici quali il perfezionismo clinico, le distorsioni cognitive, il rimuginio, l’autocritica eccessiva, lo studyholism o compulsione allo studio. Saranno al contempo indagati fattori protettivi, quali abilità di regolazione emotiva, abilità sociali, l’autostima, la rete sociale.