Stefania Craxi: "La Storia darà ragione a mio padre. Chiedo una piazza a suo nome"

La figlia Stefania, senatore di Forza Italia: "L’Italia? Senza leader"

Stefania Craxi e il direttore della Nazione Francesco Carrassi (foto New PressPhoto)

Stefania Craxi e il direttore della Nazione Francesco Carrassi (foto New PressPhoto)

Firenze, 15 maggio 2018 - "Altro che Terza Repubblica, stiamo vivendo anni bui in cui al vertice del nostro Paese non ci sono leader all’altezza del ruolo che devono ricoprire per il bene dell’Italia". Stefania Craxi, figlia di Bettino, eletta senatore alle ultime politiche per Forza Italia, è particolarmente critica con la nuova classe dirigente del Belpaese tanto che l’altro giorno ha definito Luigi Di Maio "uno scappato di casa".

A Firenze è venuta a parlare di Tunisia, di cooperazione e di turismo e a lanciare la nuova rivista «Le Sfide» per rimettere al centro la politica.

Senatore non vede all’orizzonte la nascita della Terza Repubblica come indicano Di Maio e Salvini?

«La differenza tra i leader dell’epoca di mio padre e i leader di oggi si misura con distanze abissali. A parte Berlusconi che è un leader sui generis con una storia tutta sua, non ci sono altre personalità. Prima i partiti facevano formazione e una selezione durissima con la scuola della vita. Mandavano i propri rappresentanti, tanto per cominciare, nelle periferie a contatto con i problemi della gente. La politica è una passione e ha a che fare con la Storia, allora uno che ha a che fare con la politica non può essere disinteressato alle vicende del Paese. Questi non hanno passione e ignorano la Storia del nostro paese e anche le regole del gioco democratico».

Renzi, secondo lei, ha subito una sorta di persecuzione politica che in qualche maniera può avvicinarsi a quella subita nell’ultima parte della sua carriera da suo padre?

«Nemmeno lontanamente. Renzi non sfugge al difetto della superficialità. Detto questo è un Paese che ha certi aspetti di crudeltà: se uno cade subisce immediatamente l’aggressione di tutti i suoi avversari e anche dei suoi sodali. E’ profondamente ingiusta e anche vigliacca. Renzi è stato vittima di un’aggressione, doveva ricordarsi di quanto era successo a Craxi e magari anche modificare il suo giudizio su mio padre. Anche a lui suggerisco di leggere meglio la Storia».

Il sindaco di Milano ha difficoltà a intitolare una piazza a Craxi.

«Lo chiederò al sindaco di Firenze. Spero abbia più sensibilità del primo cittadino milanese. Sarà la Storia a riabilitare mio padre, ne sono certa. La maggior parte degli italiani sono disposti a dare a Craxi i meriti che aveva mentre c’è un blocco nella politica ufficiale e mi riferisco alla sinistra che non è riuscita ancora a fare i conti con la propria storia e quindi fatica a fare i conti con un grande leader riformista».

Craxi era appunto un paladino della riforma presidenzialista. Ripensandoci adesso che siamo senza un governo ad oltre due mesi dai risultati del voto possimo dire che aveva visto bene?

«Sarebbe l’unico modo per dare prospettiva all’Italia. Bisognerebbe fare una ‘rottura costituzionale’ come dicono i francesi. Abbiamo affidato i cambi di sistema alla modifica della legge elettorale. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti».

Si parla spesso di un possibile ritorno delle spoglie di suo padre in Italia da Hammamet.

«Craxi riposa dove ha scelto di stare, in una terra che lo ha accolto, lo ha amato e garantito la sua libertà».