Lega in Toscana, sindrome del primato sfiorato. "Sì alle primarie del centrodestra"

Alle Europee più del 31%, alle Regionali cullò il sogno di vincere: ora è alle prese con i problemi di crescita

Settembre 2020, i leader del centrodestra all'ultima manifestazione pre voto toscano

Settembre 2020, i leader del centrodestra all'ultima manifestazione pre voto toscano

Firenze, 5 novembre 2021 - Mario Lolini è abituato a rimboccarsi le maniche e da bravo maremmano che conosce la terra (imprenditore del riso) non ha timore delle sfide più difficili. Come ridare unità e piena condivisione di obiettivi alla Lega in Toscana. Dopo il boom del 2019 (Europee al 31,5 % con Ceccardi campionessa di preferenze), l’illusione, cullata grazie al trend dei sondaggi, di potercela fare alle Regionali del 2020 (Ceccardi staccata alla fine di 8 punti da Giani). Tre coordinatori (commissari) regionali: da Manuel Vescovi, pistoiese di adozione, al bergamasco Daniele Belotti al grossetano Mario Lolini. La Lega si è ritrovata con il 21,7 % nella sfida per la Toscana di un anno fa iniziando a sentire il fiato addosso nel centrodestra di Fratelli d’Italia, cresciuto al 13%. Lolini deve rilanciare il partito, ridargli smalto, fargli ritrovare pienamente la sua gente nelle piazze. Deve fare i conti con le fibrillazioni nazionali (più centro con Giorgetti, più destra con Salvini, solo per sintetizzare) e con le tensioni interne che vedono le piazze calde di Firenze e Prato in primo piano. Ma anche a Grosseto non sono mancati i problemi poi attenuati dalla vittoria bis di Vivarelli Colonna. Nel 2022 ci sono le amministrative (Lucca, Pistoia, Carrara), i rapporti con gli alleati di coalizione (FdI, Forza Italia e Coraggio Italia) devono diventare più fluidi e costruttivi.

"Bisogna cambiare registro nel centrodestra - spiega Lolini dalla Camera dei deputati - Basta con la divisione dei pani e dei pesci. Tutti insieme bisogna scegliere il candidato più meritevole al di là dell’appartenenza partitica". Ma non solo: se c’è bisogno di maggiore confronto con gli elettori, Lolini è pronto al ribaltone consultivo: "Le primarie anche nel centrodestra, perché no?". Comunque sia, "bisogna arrivare entro la fine dell’anno alla definizione dei candidati per offrire ampio margine di campagna elettorale". Lolini si deve guardare anche attorno, però. Due le direzioni. A Firenze "andrò a nominare il nuovo commissario provinciale". Sarà Federico Bussolin che sarà coadiuvato da quattro referenti di zona. Ancora più difficile la situazione a Prato dove la Lega nella sfida del 2019 ha conquistato sei posti in consiglio comunale (più Daniele Spada presentatosi come civico nella sfida a Biffoni e poi entrato nella Lega). Attualmente il simbolo del Carroccio lo hanno Spada appunto e Marco Curcio. I fuoriusciti sono cinque: Eva Betti, Mirko Lafranceschina, Patrizia Ovattoni, Leonardo Soldi e Claudiu Stanasel ora nel gruppo centrodestra.

Lolini spera di ricomporre la frattura: "Sto lavorando per far rientrare tutti nel gruppo leghista". Manuel Vescovi, senatore, è stato nominato commissario a Prato. Ma chi vive di tessile e Carroccio dice che il tentativo di Lolini "c’è ma difficilmente riuscirà, forse al massimo un paio di consiglieri rientrerà".

Susanna Ceccardi mantiene salde le sue radici in Toscana anche dall’europarlamento e il legame fortissimo con il leader Salvini. Anche Lolini, tiene a ribadirlo, è stato nominato dal leader della Lega. "Tra Lolini e Ceccardi non ci sono inviti a cena previsti da qui alla fine dell’anno" dicono i leghisti toscani di lunga data. Come dire che si rispettano, ma ognuno per la sua strada. "E Susanna conta eccome". Così come tra Lolini e Vescovi, dopo un primo periodo di piena intesa, pare che le strade corrano parallele. E poi ci sono le tensioni nazionali sulla Toscana. C’è un ampio fronte di leghisti che guarda con interesse alle posizioni del ministro Giorgetti e del governatore Zaia. E’ la parte più moderata che nelle ultime elezioni regionali toscane ha avvicinato e conquistato voti nel mondo imprenditoriale.

Celebre la frase del deputato leghista Guglielmo Picchi: "Prima ci facevano parcheggiare nella strada accanto per paura di essere visti, ora ci lasciano il posto nel parcheggio davanti all’entrata delle ditta". Lolini si trova di fronte al bivio della Lega che verrà: "Non c’è divisione - sottolinea - ma visioni interne diverse. Importante è non giocare a nascondino: chi ha qualcosa da dire, dica il suo pensiero. Il dialogo è la nostra prerogativa". (1 - continua)