Bonus Covid, la Regione si assolve. Bocci: "Li ho presi per beneficenza"

L’ex sfidante del sindaco Nardella a Firenze: "Ho voluto dimostrare che il governo stava sbagliando. E Giani chiede all’Inps della Toscana "chiarimenti sui nomi". Ceccardi: "Il sistema così non va bene"

Ubaldo Bocci

Ubaldo Bocci

Firenze, 11 agosto 2020 - Chat bollente tra i consiglieri regionali del Pd, esponenti del Movimento 5Stelle detective, politici e partite Iva nel mirino, la Lega si smarca con FdI. Alla fine di una mattinata convulsa l’assemblea toscana (40 consiglieri) risulterebbe fuori dai duemila amministratori e politici locali che avrebbero beneficiato del contributo Covid. I sospetti cadono uno ad uno e alla fine Maurizio Marchetti di Forza Italia, va oltre il ritornello «Io no» e racconta: «Il mio commercialista me lo aveva proposto, io gli ho risposto lasciamo perdere...». Lo ha preso e per due volte invece Ubaldo Bocci, già sfidante di Nardella alle ultime elezioni comunali fiorentine, consigliere comunale. Non ha problemi di finanze ma «l’ho fatto per dimostrare che il governo stava sbagliando non dando soldi ad hoc per disabili e tossicodipendenti». Così i due bonus (più altri soldi suoi) sono andati in beneficenza.

Jacopo Cellai, consigliere comunale e coordinatore fiorentino di Forza Italia, ristoratore ne aveva pieno diritto ma è stato scoraggiato dal commercialista proprio per i gettoni di presenza in consiglio comunale. Non finisce qui per i consiglieri toscani: partirà una richiesta formale dalla presidenza del Consiglio regionale all’Inps della Toscana. La lettera sarà firmata da Eugenio Giani, presidente dell’assemblea toscana e candidato presidente del centrosinistra alle Regionali. «Sono tutti atti gravissimi: chi ha osato fare una cosa di questo genere dovrebbe dimettersi» dice in riferimento ai parlamentari. Se con il rimborso per le trasferte ai consiglieri regionali, sottolinea Giani, «l’indennità arrivava automaticamente», e «ho fatto un appello a tutti i consiglieri» per decurtarla con apposita legge, «qui è una cosa ben diversa e ben più grave, perché qui ci sono persone che hanno fatto domanda».

Ricorda i rimborsi non dovuti anche Susanna Ceccardi, candidata presidente per il centrodestra: «Come il caso toscano relativo ai rimborsi chilometrici ci troviamo ancora una volta davanti ad un imbarazzante esempio di come sia necessario ed urgente dare al nostro Paese e alla nostra regione poche regole semplici ed efficienti che non creino queste storture». E’ una «vergogna» richiedere il bonus da parte di un parlamentare e il governo «è incapace» visto che ha varato questa normativa. I capigruppo dei gruppi consiliari sono stati tutta la mattina attaccati al telefono. Leonardo Marras (Pd) incalzato ha fatto l’appello nella sua squadra di consiglieri con partite Iva: «Bugetti, Ciolini, Nardini no». E poi ancora: «Anche Gazzetti nulla, idem Mazzeo, pure Monni no». Circolano i nomi di Paolo Bambagioni e Giacomo Bugliani. Contattati entrambi negano. «Non faremo mai una cosa del genere» dicono più o meno entrambi. Anche la giunta regionale ne esce indenne. Elisa Montemagni, capogruppo della Lega si era portata avanti: «Sentiti domenica tutti, tutti puliti...». Paolo Marcheschi (consigliere regionale di Fratelli d’Italia) guida il gruppo degli «assolutamente no» seguito da Marco Stella, vicepresidente del consiglio regionale: «Io no!» scrive su Whatsapp. I tre consiglieri del Movimento 5 Stelle (Giacomo Giannarelli ha chiuso la partita Iva, Irene Galletti, Andrea Quartini, medico in aspettativa) si tirano fuori. «E comunque indaghiamo se c’è qualche furbetto che ha chiesto i soldi pubblici» sottolinea Giannarelli. Serena Spinelli, consigliera Mdp nel Gruppo misto e candidata per 2020 a sinistra, è medico e non c’entra con le partite Iva. L’altro Salvini, Roberto è pensionato.