Pistoiese, ecco Biagini il "quasi-eroe"

Il portiere della Pistoiese è riuscito a intuire il rigore, ma la sfortuna lo ha condannato

Biagini (foto Acerboni/FotoCastellani)

Biagini (foto Acerboni/FotoCastellani)

Pistoia, 22 marzo 2018 - Niccolò Biagini ha sfiorato il sogno di vivere una serata da eroe. Il portiere della Pistoiese chiamato a sostituire Zaccagno,  titolare della porta arancione, non solo ha giocato una grande partita non facendo sentire l'assenza, ma è quasi riuscito a parare il rigore di Mannini che poi ha regalato la vittoria al Pisa. “Il rigore? Con mister Indiani ci eravamo preparati, avevamo visto che Mannini quando calcia guarda il portiere fino all’ultimo, ho aspettato e poi sono andato dalla parte in cui aveva tirato. Sono riuscito a toccare il pallone, ma non a sufficienza per deviare il tiro”. Niccolò Biagini è andato vicino a compiere l’impresa, ma la sfortuna ci ha messo lo zampino. E dire che si poteva pensare che il portiere arancione potesse soffrire l’emozione e la pressione di partire titolare in questa partita dopo un po’ di tempo che non calcava il campo e invece Biagini ha dimostrato di avere una calma olimpica.

“Giocare è sempre bello – dice Biagini – certo non era facile, ma io cerco di lavorare sempre al meglio perché è doveroso per me, per il mister, la società e i tifosi. La tensione prima di una partita così importante c’è e deve esserci perché ti aiuta a dare il cento per cento”. Alla fine rimane il rammarico per una sconfitta non del tutto meritata. “Quando perdi il morale è sempre basso soprattutto, come in questo caso, per il modo in cui è arrivata la sconfitta sapendo che avremmo potuto ottenere molto di più. Il mister, però, è tranquillo e anche noi lo siamo e soprattutto siamo pronti ad affrontare le partite che restano da qui alla fine della stagione con il massimo impegno. Sabato ci aspetta un’altra sfida importante che affronteremo con grande umiltà, ma senza timore consapevoli di quelli che sono i nostri mezzi. Abbiamo rispetto per tutti, ma paura di nessuno perché alla fine in campo si va sempre undici conto undici e nessuna gara è decisa prima di essere giocata”.