Cerruti, piedi e testa

Da "cervello" del centrocampo al primo testo di ricerca di diritto, scritto a quattro mani con Alessandra Cerruti. Che Caterina Di Costanzo avesse la testa sulle spalle, tutti l’avevano notato sin dai primi passi. Pratese, classe 1979, Caterina ha iniziato nel Prato Sport per arrivare giovanissima ad Agliana, sponda-Acf e svolgere tutta la trafila, dalle giovanili alla serie A, nella Piana pistoiese. Una breve esperienza al Milan e poi la parola fine a una bella carriera da giocatrice. Oggi continua a collaborare con Armando Esposito, nel Real Aglianese, curando segreteria, aspetti legali, andando persino, alla bisogna, sul terreno da gioco, nelle vesti di co-allenatrice. E intanto, da valida assegnista di ricerca all’Università di Firenze, ha dato alle stampe per la casa editrice Il Mulino il suo primo lavoro monografico, scritto in collaborazione con un’eccellente collega torinese: "Allocazione delle risorse e tutela costituzionale del diritto alla salute-I sistemi in Europa e il caso italiano", per il Laboratorio dei diritti fondamentali diretto da Vladimiro Zagrebelsky. "È stato un lavoro di ricerca abbastanza travagliato – racconta – che avrebbe dovuto concludersi nel 2018 ed è uscito solo ora. Ideale per prendere sonno, la sera", scherza come suo solito. In realtà, sminuirsi le serve per non ’autocelebrarsi’. "Non mi piacciono le autocelebrazioni, ho pubblicato la copertina del libro sulla mia pagina social solo perché era la prima volta…" e in qualche modo, aggiungiamo noi, andava festeggiata. Tra l’altro, sta ultimando un’altra fatica, un testo a cui tiene moltissimo sul diritto alla salute e identità del minore. Ne ha fatta di strada quella centrocampista. "Incominciai con Esposito, nel vivaio, ho vissuto anni fantastici in serie A. Ma il calcio insegna, appunto, a non autocelebrarsi: ogni giorno un esame". Proprio vero: in bocca al lupo, allora, Caterina.

Gianluca Barni