Il voto in carcere va garantito

L’elettorato attivo è un diritto essenziale per le persone detenute. La guida di Antigone e della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà

Carcere (foto repertorio)

Carcere (foto repertorio)

Firenze, 10 giugno 2022 - Il voto in carcere. È complesso, ma fattibile. Anche per le amministrative e i referendum, per l’appunto proprio sulla giustizia, di domenica 12 giugno. Vediamo come, grazie al materiale informativo preparato per i detenuti da Antigone e dalla Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà. Oggi è già venerdì e si vota fra due giorni e quindi si suppone che chi è interessato a votare abbia già provveduto a espletare le procedure, ma, in ogni caso, è interessante seguire quanto può diventare complesso l’iter per un detenuto che vuole esprimere il proprio voto. Dunque, come funziona?

Può votare chi è un cittadino italiano ed è in carcere perché in custodia cautelare oppure condannato a meno di 3 anni di reclusione oppure condannato a una pena tra i 3 e i 5 anni ma non ha più la pena accessoria dell’interdizione.

Per votare serve la tessera elettorale (da recuperare attraverso un familiare oppure, in caso di mancato possesso o smarrimento, va fatto presente a un operatore per ottenere un duplicato), una dichiarazione (va o meglio andava presentata un’istanza in cui il detenuto manifestava la volontà di votare in modo da ricevere un modulo da inviare al Comune di residenza).

Per votare c’è, come sempre, un seggio speciale dentro l’istituto penitenziario. Insomma, l’elettorato attivo è un diritto essenziale per le persone detenute, per renderle partecipi del gioco democratico che incide in maniera talvolta diretta e irresistibile sulla loro condizione.

Insomma, dice alla Nazione Sofia Ciuffoletti, direttrice di Altro diritto, “L’elettorato attivo è un diritto essenziale per le persone detenute, per renderle partecipi del gioco democratico che incide in maniera talvolta diretta e irresistibile sulla loro condizione. Come la nostra corte costituzionale ha più volte ribadito: ai detenuti devono essere garantiti tutti i diritti non incompatibili con lo status detentionis, tra questi va senz’altro annoverato il diritto di votare e contribuire a incidere in questo modo sulle politiche penali e penitenziarie di questo Paese”.