REDAZIONE MONTECATINI

Dentro la crisi Herons. L’identità è smarrita

La Fabo sconfitta a Montecatini Terme: mancanza di mordente e identità, problemi di regia e coesione. Barsotti alla ricerca di soluzioni per risollevare il gruppo rossoblù.

Dimitri Klyuchnyk è arrivato in estate come sostituto di Matej Radunic (Goiorani)

Dimitri Klyuchnyk è arrivato in estate come sostituto di Matej Radunic (Goiorani)

La maledizione Piombino si è nuovamente materializzata per la Fabo, battuta domenica per la quarta volta in cinque confronti diretti con i tirrenici, ma i primi demoni che la truppa di coach Federico Barsotti deve cercare assolutamente di affrontare sono quelli che ha dentro di sé. Mai negli ultimi due anni si era vista una versione degli Herons così priva di mordente, passiva e confusionaria come quella scesa in campo nei secondi venti minuti del match contro la Solbat.

Natali e compagni sono scesi in campo senza energia, hanno sperperato il vantaggio accumulato in un primo tempo certamente non scintillante ma comunque giocato con grinta e intensità e hanno finito per far prendere fiducia ai giocatori gialloblù. Che non si chiameranno più Venucci, Piccone, Berra e Turel ma sanno come far male, soprattutto Matteo Nicoli, ex Montecatini Terme Basketball e ieri giustiziere con 25 punti. Una volta passati in svantaggio gli Herons hanno palesato gli stessi problemi mostrati nel derby, una partita che forse ha pesato più di quanto si tenda ad ammettere nel far perdere ulteriori certezze al gruppo rossoblù.

Da un punto di vista meramente tattico la principale pecca sembra la regia: Benites e Trapani, giocatori comunque di caratura elevata per la categoria, sono due playmaker più di rottura che di costruzione, mancherebbe dunque un uomo d’ordine a tirare le fila, il che aiuterebbe a limitare anche il numero delle palle perse. Quello del play però non è il problema principale della Fabo, il vero guaio è che la banda Barsotti pare aver smarrito la propria identità.

L’entusiasmo della scorsa primavera è ormai un lontano ricordo e nei momenti di difficoltà che si presentano nell’arco delle partite emergono quasi sempre le solite grane: poca coralità, poche idee, tanta frenesia e una tensione insolita all’individualismo, come succede nei gruppi poco coesi. Quello capitanato da Nicola Natali dicono che unito lo sia ancora, ma sarà davvero così?

Filippo Palazzoni