
Il disegno sull’orientamento
Partiamo dall’etimologia della parola ‘orientamento’, che si riferisce agli antichi templi greci e romani costruiti con la facciata rivolta a oriente, verso il sole che sorge. Orientarsi non significa capire dove andare, ma dove si è, non significa pensare a cosa saremo, ma a cosa siamo ora.
Dunque il primo passo per scegliere è scoprire i propri talenti, considerare ciò che ci appassiona, ci stimola, ci rende felici: se una materia interessa, sarà più facile studiarla con impegno. Occorre poi considerare le proprie capacità. Non tutte le scuole sono adatte a tutti perché ognuno ha un modo diverso di imparare: alcuni studenti sono più portati per le materie scientifiche, altri per quelle letterarie, c’è chi ama studiare sui libri e chi preferisce facendo esperienza sul campo.
È certo utile informarsi, conoscere le materie e gli sbocchi dei vari indirizzi, partecipare agli open day, parlare con i professori, confrontarsi con chi già studia in quella scuola. Anche se la scelta è personale e deve riflettere i propri desideri, è bene consigliarsi con genitori e insegnanti.
In questo passaggio è normale avere paura: non dobbiamo avere l’angoscia di sbagliare, perché questa ci porta a scegliere la scuola più facile o quella del gruppo di amici, invece anche l’errore fa parte della crescita e sono possibili cambiamenti in corsa. In fondo noi ragazzi siamo come semi, ciascuno diverso, con un proprio talento e un proprio tempo per fiorire e capire cosa vogliamo fare ‘di’ grande.