ROBERTO OLIGERI
Cronaca

Lunigiana, storico raccolto di canapa. La produzione riparte dopo 77 anni di stop

Fivizzano, grazie all’intuizione dell’associazione Terre dei Banchi e dei Bosi Rossi: "Vogliamo diffondere il know how, poi penseremo in cosa trasformarla"

Alcuni momenti della raccolta di canapa

Alcuni momenti della raccolta di canapa

Fivizzano (Massa Carrara), 15 settembre 2023 - Settantasette anni dopo l’ultima semina ecco finalmente il primo raccolto di canapa a Fivizzano. "Era dal 1946 che non si produceva più la canapa nel nostro territorio – dice Daniele Rossi presidente dell’associazione ’Terre dei Bianchi e dei Bosi’ – Grazie a nostra idea e alla disponibilità di Fabio Cimoli, giovane agricoltore nostro associato, quest’anno in un suo terreno in località l’Ortolano la canapa è tornata a essere seminata raccolta".

"Quest’anno, abbiamo avuto difficoltà nel ricevere il seme – spiega Fabio Cimoli – ma abbiamo seminato due varietà di cui una ha presentato migliori risultati. E analizzeremo i motivi sul perché ciò sia avvenuto: se dipenda dal microclima nei diversi appezzamenti coltivati o se sia la cultivar più adatta a questo terreno. Un progetto – aggiunge – che è seguito dai tecnici dell’Istituto Sant’Anna dell’Università di Pisa, cui forniamo i nostri campionamenti. Sapranno fornirci le indicazioni più adatte per una miglior coltivazione della canapa nei prossimi anni". Un tempo molto seminata in Lunigiana per i suoi molteplici utilizzi, questa pianta vedeva ad esempio nella macerazione un’operazione faticosa da eseguire: consisteva nell’immergere le piante intere di canapa in pozze d’acqua naturali o in vasche costruite ad hoc per un certo lasso di tempo, finché gli steli non iniziavano a sfibrarsi. Strutture (le vasche e pozze) dette in Lunigiana ’canoari’, presenti un tempo in ogni frazione. E ancora oggi non vi è paese che non conservi qualche località indicata col toponimo di ’canoara’. La macerazione comportava odori maleodoranti oltrechè richiedere una consistente disponibilità di risorsa idrica, ma oggi le cose sono cambiate.

"L‘idea di fondo è ricostruire le modalità per lavorare la canapa in Lunigiana – precisa Daniele Rossi, presidente della ’Terre dei Bianchi e dei Bosi’ – La nostra associazione non vuole certo coltivare la canapa o divenire una ditta di produzione di fibra o tessuto. L’obiettivo è indicare un modus operandi, supportato dalla comunità scientifica , dare un know how per coltivare questa pianta straordinaria. Fatto questo, ci dedicheremo alla seconda fase del progetto: come utilizzarla, in cosa trasformarla. Abbiamo già qualche idea specifica – chiude il presidente Rossi – ma lo riveleremo in un secondo momento".