ALESSANDRA POGGI
Cronaca

Autopsia per il clochard. La famiglia in attesa della salma da cremare

I fratelli e la figlia non hanno potuto procedere ai funerali e hanno chiesto di vedere chiaro sulle cause della morte nel gelo della Prada .

I fratelli e la figlia non hanno potuto procedere ai funerali e hanno chiesto di vedere chiaro sulle cause della morte nel gelo della Prada .

I fratelli e la figlia non hanno potuto procedere ai funerali e hanno chiesto di vedere chiaro sulle cause della morte nel gelo della Prada .

La famiglia di Marco Basciu vuole vederci chiaro. In particolare la figlia del clochard morto la scorsa settimana vuole sapere il motivo per cui il padre ha perso la vita al piano sotterraneo del centro commerciale la Prada, dove dormiva da quasi vent’anni e dove tutti lo conoscevano e aiutavano.

Di pari passo potrebbe essere disposta l’autopsia sulla salma. In questi giorni i due fratelli di Marco e la figlia, provenienti dalla Sardegna, regione di origine del defunto, erano in città per recuperare la salma del 64enne e riportarla nell’isola di Sant’Antioco, città natale dell’uomo dove risiede la famiglia. Tuttavia le autorità non avrebbero rilasciato il nulla osta proprio per consentire all’anatomo patologo di eseguire l’esame autoptico.

Intanto Nesh, il cane che Marco aveva adottato da 5 mesi per non sentirsi troppo solo ora e con il quale viveva inseparabile, ha una casa. A occuparsi del meticcio sarà la famiglia di Giancarlo Rosolini, il titolare del gettonato negozio di pasta fresca del centro commerciale che ha scoperto il cadavere assieme al fornaio all’alba di mercoledì mattina, trovando il cucciolo Nesh accovacciato sulle gambe, come era solito fare in attesa di elemosina. La famiglia Rosolini conosceva molto bene Marco che aveva scelto di fare quella vita: tutte le sere prima di chiudere il negozio gli portavano un pasto caldo, coperte per ripararsi dal freddo e non mancava mai una parola di conforto e una carezza e del cibo per Nash. Anche altri esercenti e residenti della Prada aiutavano Marco con soldi e cibo: ormai faceva parte del centro commerciale.

"In questi giorni sono venuti da me i fratelli per ringraziarmi ma non ci siamo scambiati tantissime parole – racconta Gianfranco Rosolini –, mi hanno detto che erano venuti per cremare il corpo e riportarlo a casa. Ho consegnato loro le due armoniche di Marco, le teneva nascoste perché le considerava oggetti cari e io sapevo dove le nascondeva. Marco raccontava che prima di fare il clochard aveva fatto vari mestieri, tra cui l’addestratore di cani e il pescatore su un peschereccio. Raccontava anche che aveva fatto una rapina e scappando con la moto aveva avuto un grosso incidente in cui rischiò di perdere una gamba, e che venne arrestato".

La morte di Marco ha suscitato diverse reazioni politiche, con molti che hanno puntato il dito sull’assessore al Sociale e vicesindaca Roberta Crudeli, accusando i servizi di non aver fatto nulla per aiutare quest’uomo. "Si trattava di una persona conosciuta e benvoluta e dispiace leggere interventi di chi non solo dimostra di non conoscere la sua storia – dice Crudeli –, ma si presta a ricostruzioni false e tendenziose solo per attaccare l’amministrazione e gli uffici. Si trattava di una persona che aveva liberamente scelto di vivere in strada da più di 20 anni, e aveva sempre rifiutato qualsiasi tipo di aiuto che andasse oltre il cibo. Tutti i progetti di aiuto presuppongono la volontà del cittadino di accettare l’intervento".