L’operaio aveva alcune costole fratturate. L’autopsia evidenzia traumi da schiacciamento

Autopsia su Luca Giannecchini rivela fratture costali non visibili esternamente. Ipotesi di infortunio sul lavoro legato a crisi cardiorespiratoria. Procura indaga.

E’ arrivata probabilmente una svolta decisiva dall’autopsia eseguita ieri mattina sul corpo di Luca Giannecchini l’operaio di 51 anni morto la settimana scorsa in un cantiere stradale in via dei Dorini a Sant’Alessio (nella foto di Alcide). L’esame necroscopico eseguito dal medico legale Ilaria Marradi, affiancata per la parte civile (la moglie Lucia Sarconio) dal medico legale Stefano Pierotti, avrebbe Infatti evidenziato una serie di fratture costali sulla salma che non erano visibili dall’esame esterno. Un elemento chiave per chiarire la tragedia. All’autopsia ha assistito anche il pm Lucia Rugani che al momento ha indagato solo un responsabile della sicurezza della ditta Edil Pizzi, raggiunto da un avviso a sua tutela.

La ricostruzione del tragico infortunio sul lavoro sarebbe dunque più chiara. La mattina del 21 marzo scorso, intorno alle 8.30 Luca Giannecchini si trova dentro quello scavo profondo circa un metro e settanta e largo un metro e mezzo dove deve posizionare gli allacciamenti per le tubature delle fogne. A un certo punto, mentre ha praticamente ultimato il suo compito, lo scavo cede improvvisamente travolgendolo e schiacciandolo contro la tubatura stessa. Alcuni metri cubi di terreno misto ad asfalto gli franano addosso e gli causano delle fratture costali. La massa gli comprime a lungo il torace tanto da rendergli difficoltosa la respirazione.

L’operaio rimane praticamente bloccato in quella pericolosa posizione per almeno 10 minuti prima dell’arrivo dell’ambulanza del 118 che lo trova sempre all’interno della trincea di scavo, anche se la testa è sempre rimasta all’esterno del terreno franato. Il problema principale non è rappresentato dall’inalazione di terra e polvere (che non sarebbe stata riscontata) ma dalla prolungata e violenta compressione sulla cassa toracica che gli frattura alcune costole.

Il medico del 118 gli riscontra una saturazione dell’ossigeno intorno a 83, quindi molto bassa in quel momento. Luca Giannecchini viene tirato fuori in condizione di asistolia cardiaca, in una situazione di grave distress e nel giro di altri 10 minuti finirà in anossia. Il suo cuore cesserà di battere poco dopo.

Questa dunque l’ipotesi che prende sempre più corpo, ovvero che si sia trattato di un tragico infortunio sul lavoro dovuto a una grave crisi cardiorespiratoria innescata proprio dalle lesioni alle costole riportate da Luca Giannecchini nel crollo dello scavo e anche dalla prolungata compressione toracica che ha reso difficoltosa la respirazione dell’operaio. E ora si attende il nullaosta della Procura per fissare la data dei funerali.