La Befana. Fra leggenda e radici popolari

La ricerca di Simonetta Simonetti in un volume che sarà presentato venerdì 5 gennaio alla “Ubik“.

La Befana. Fra leggenda e radici popolari

La Befana. Fra leggenda e radici popolari

“La Befana vien’ di notte...” è il titolo del volume di Simonetta Simonetti, edito da Tralerighe, che sarà presentato venerdì 5 gennaio alle 17.30 alla “Ubik“ in via Fillungo. Ce ne parla l’autrice

E’ con una certa nostalgia che mi appresto ad indagare sulla figura della Befana intimamente legata all’immaginario collettivo di grandi e piccini. Con nostalgia e con una certa dose di ritrosia dovuta al timore di arrivare alla scoperta di un qualcosa che possa, in una parola, inquinare, sciupare quel mio mito infantile. E, in effetti, la ricerca è stata sconvolgente e talmente colma di interesse che mi ha indotto ad andare a fondo e a cercare di dipanare con cura ma con inesorabile gradualità questa enorme matassa di storia, leggenda e memoria. La ricerca antropologica, archeologica e storica hanno reso possibile una prima ricostruzione del tema ma, a mio parere, mancano ancora alcune “tessere” importanti che cercherò di aggiungere a questo mosaico prezioso e suggestivo.

La storia dei popoli ha caratteristiche universali che uniscono, aldilà e ben oltre le loro naturali diversità. Cambiano i nomi, le lingue quei particolari propri di quella parte intima della cultura ma il nucleo di base permane costante e univoco. L’uomo ha mantenuto inalterate ed incorruttibili dall’usura dei tempi la pratica e la memoria di usanze e credenze che si sono rivelate coriacee e resistenti alla frenetica smania del cambiamento e alla conclamata filosofia del rinnovare tutto e tutti. Ecco che, allora, non è raro ritrovare, anzi meglio, riscoprire che alcuni immaginari della nostra infanzia o, parimenti, presenti nei ricordi degli anziani, appartengono al medesimo ceppo e da lì hanno radici comuni e, diciamolo, una loro legittimità.

Ancora intatta arriva così la figura della Befana avvolta in un alone di mistero e pregnante di carica emozionale. Attraverso il recupero dei ricordi di infanzie lontane e credute dimenticate riusciamo a dare loro visibilità e ogni cosa sembra essere legata a quella che la precede e così via fino ad arrivare, come per incanto, a capire che ogni evento, ogni modo di dire, ogni proverbio o credenza non nasce mai per caso ma è parte integrante di un periodo storico e di un contesto sociale che lo ha generato. A questo punto bisogna lasciar da parte la razionalità o la ricerca puntigliosa dei dati e ricordarsi che non ci è chiesto di capire ma... di sentire. Come quando ci si appresta ad ascoltare una favola, una leggenda o un mito siamo ben consapevoli che verremmo trascinati in un mondo dall’immisurabile credibilità, impossibile ad una condivisa riprova scientifica e difficilmente verificabile ma, come tutti i mondi del suo genere, indispensabile ad ognuno per sopravvivere al di sopra delle difficoltà della vita.

Molti studiosi sostengono la presenza di un substrato arcaico comune a tutta l’umanità: tale considerazione contribuisce di gran lunga a farci sentire figli di una stessa Grande Madre. La scopa, il sacco, il dono, il volo ed altri elementi (il camino l’invisibilità etc.) ci saranno di aiuto a capire chi e che cosa si nasconde sotto le vesti di quella che conosciamo come Befana.

Simonetta Simonetti