"Oltre il limite", Superman Nico ce l'ha fatta nel triathlon estremo

Ha portato a compimento la sua incredibile impresa il lericino Nicolas Locori, che in oltre tre giorni ha concluso un triathlon estremo fra Liguria e Val d'Aosta.

Nicolas Locori al traguardo a Peuterey, sopra Courmayeur

Nicolas Locori al traguardo a Peuterey, sopra Courmayeur

Courmayeur, 23 agosto 2019 - Come un supereroe, si è spinto “Oltre il limite” il triatleta lericino Nicolas Locori, che ieri mattina alle 9.30, dopo ben 76 ore, ha realizzato a Peuterey in Val Veny, sopra Courmayeur, la sua impresa eccezionale partita da Porto Venere.

Gli sono serviti più di tre giorni per chiudere il triathlon estremo fra Liguria e Val d’Aosta: la stanchezza, il maltempo, il logoramento e la mancanza di sonno non lo hanno fermato.

Così, dopo 8 chilometri a nuoto, 445 (al posto dei preventivati 420) in bicicletta e 150 (anziché 170) di corsa e a piedi, Locori festeggia.

E quando lo sentiamo al telefono, non ci crede ancora: “Mi sembra una cosa strana, di esser stato fuori dal mondo per tre giorni. Sto abbastanza bene e sono contento di come ho gestito il mio percorso: ci credevo, ma avevo mille dubbi per le tante variabili”. Invece, è stato più forte lui di qualsiasi imprevisto. “Sono rimasto stupito anche dall’interesse manifestato: non pensavo che così tante persone mi seguissero”.

Merito del puntuale resoconto in diretta del videomaker Pietro Canepa, che con il fotografo Nicholas Morgana ne ha documentato le gesta, oltre che delle cronache dell’assessore al Turismo del Comune della Spezia Paolo Asti, che lo ha affiancato in quasi tutte le parti dell’itinerario e che domattina sarà ricevuto con lui nel Comune di Courmayeur. Insieme hanno consegnato anche la cartina della Spezia alla guida alpina Matteo Pellin.

Seguito durante la sua impresa dal massofisioterapista Edoardo Moscatelli, Locori ha così impostato la sua eccezionale prestazione: “La parte a nuoto, è stata una sorta di riscaldamento; in bicicletta, non avendo mai affrontato una distanza del genere, sono andato piano, provato anche dalla giornata di martedì in cui ho preso pioggia e grandine. Qui ho avuto l’unico tentennamento: mi preoccupavano le pessime previsioni e mi ha trascinato fuori dal camper Edoardo. Sono ripartito e ho corso con 6mila metri di dislivello, a fronte dei 4200 della frazione precedente: sono arrivato fino ai 2770 metri”.

Ora è il momento di riprendersi: “Non sarà facile riposarsi dopo una gara come questa, ma di certo mangerò per una settimana e brinderò con qualche birra”! Doverosa la dedica: “a mia figlia Sofia e a me stesso: questo triathlon l’ho fatto per me”.

Chiara Tenca