Lavoratori Maris in piazza: "Un clima preoccupante"

Oltre al mancato pagamento della tredicesima c’è allarme per il bilanci. Incontro con Comune e Acam. "Situazione temporanea, tutto si aggiusterà".

Lavoratori Maris in piazza: "Un clima preoccupante"

Lavoratori Maris in piazza: "Un clima preoccupante"

LA SPEZIA

L’incontro in Prefettura dello scorso 24 gennaio non aveva accorciato di un centimetro la distanza delle posizioni in campo. Così’ ieri mattina i lavoratori della Maris sono tornati nuovamente a far sentire la propria voce. La cooperativa insiste nel voler spalmare il pagamento della metà della tredicesima del 2023 (ancora non corrisposta) in cinque tranches, i sindacati sono fermi nel non voler accettare una dilazione che oltrepassi le due mensilità. La scelta di ritrovarsi in presidio sotto Palazzo civico ha carattere simbolico, perché è nel comune capoluogo che la Maris opera con più di 400 persone che ogni giorno garantiscono la pulizia e il decoro di spazi pubblici e luoghi di lavoro. "Il mancato pagamento della tredicesima – spiega il segretario della Funzione pubblica Cgil Roberto Palomba – è sola una delle preoccupazioni. La Maris ha chiuso il 2023 con un passivo di 800mila euro, un dato che ci fa guardare al futuro con inquietudine e apprensione". Al termine del presidio la rappresentanza sindacale di Cgil, Cisl e Uil è stata ricevuta dall’assessore all’ambiente Kristopher Casati e dal direttore di Acam Marco Fanton (Iren è l’ente erogatore dei servizi affidati Maris) che hanno rassicurato sul fatto che la problematica sia momentanea e non strutturale. La cooperativa (oltre 1300 dipendenti in tutta la regione) vivrebbe una fase di temporanea mancanza di liquidità ma attraverso un piano di riassetto aziendale (che sarà presentato entro fine mese) si dice sicura di mettere i conti in ordine.

"Una situazione che ha la massima attenzione da parte dell’amministrazione – ha sottolineato Casati – anche in ragione dell’importante servizio svolto da questi lavoratori". I sindacati prima di pronunciarsi aspettano di vedere le carte, ma il piano di riorganizzazione che verrà presentato "non dovrà presupporre degli ulteriori sacrifici da parte dei dipendenti". Difficile pensare che non sarà così, perché lo svigorito bilancio della Maris dovrà sostenere anche l’aumento di stipendio previsto dal rinnovo del contratto nazionale che riguarda chi è occupato nelle cooperative sociale. Uno scatto di 90 euro, che moltiplicato per 1300 lavoratori, comporterà un esborso di oltre un milione. La trattativa con i sindacati, che pur riconoscono la nobiltà del ruolo di Maris, da sempre impegnata nell’inclusione nel mondo del lavoro di persone con fragilità, è destinata a durare ancora a lungo.

Vimal Carlo Gabbiani