Ruba la cassa in un panificio. Suona l’allarme e viene preso

Arriva il titolare e fa intervenire la pattuglia del 117: arrestato dentro un palazzo di via Torino

L'intervento della finanza (Foto Ansa)

L'intervento della finanza (Foto Ansa)

La Spezia, 27 aprile 2024 – Ha rubato il registratore di cassa del panificio Casalini di via Fiume, è fuggito e si è nascosto nell’androne di un palazzo di via Torino per cercare di aprirlo con l’ausilio di una cazzuola. Non sapeva che nel frattempo era suonato l’allarme del panificio e il titolare, un sessantenne spezzino che abita nelle vicinanze, era subito intervenuto sul posto. Ha fermato una pattuglia del 117 di passaggio gridando che era stato derubato e i finanzieri si sono messi a cercare il fuggitivo: lo hanno trovato nell’androne del palazzo di via Torino 92 ancora col registratore di cassa nelle mani. Stava cercando di aprirlo e alla vista del finanziere intervenuto, ha cercato di colpirlo con la cazzuola. Una volta bloccato, ha continuato a divincolarsi per fuggire opponendo resistenza. Quindi sono arrivati gli altri colleghi a dare man forte. Era anche in possesso di un coltello, che per fortuna non ha usato.

E’ accaduto nel pomeriggio del 25 aprile con protagonista un tunisino di 40 anni che abita in via XX Settembre, una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. E’ stato arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione e porto abusivo di coltello. E pensare che dentro al registratore di cassa del panificio, che quel giorno era chiuso, c’erano appena 14 euro. Per entrare il tunisino aveva forzato la porta dell’ingresso posteriore che dà su un cortile interno.

Ieri mattina il 40enne è comparso per la direttissima davanti al giudice Selene Ruberto, che ha convalidato l’arresto. Il suo avvocato difensore di fiducia Davide Bonanni ha chiesto i termini a difesa e l’udienza nel merito è stata aggiornata al 7 giugno. Nel frattempo il pubblico ministero Raffaele Giumetti aveva chiesto la custodia cautelare in carcere, l’avvocato Bonanni per contro l’obbligo di firma e il giudice ha deciso per gli arresti domiciliari nell’abitazione di via XX Settembre.