Fiorentina, vittoria che vale tutto

Dragowski miracoloso, para un rigore e salva il risultato nel finale. Vlahovic segna su assist di Callejon

Migration

di Riccardo Galli

Respira e ritrova il sorriso, la Fiorentina. Ma quanta fatica. E quanta sofferenza. Poi, certo, è bene ricordarsi subito che c’era solo, soltanto e soprattutto da battere il Cagliari, e così è stato. Magari alla faccia del bel gioco – assente anche stavolta –, magari ribandendo che Dragowski continua a snocciolare un miracolo dietro l’altro... fatto sta che alla fine, la Fiorentina ha vinto, ha allungato in classifica sulle avversarie dirette nella corsa alla salvezza, e ha corretto un score che era diventato un incubo, riprendendosi i tre punti al ’Franchi’ dopo un’agonia di quasi tre mesi.

Prandelli è costretto a rinunciare a Ribery (ko) e Castrovilli (squalificato) e costruisce il 3-5-2 anti-Cagliari inserendo Pulgar sulla mediana, accanto a Bonaventura e Amrabat e soprattutto rilanciando Callejon fra i titolari a supporto di Vlahovic. Buone (e obbligate) idee, queste, ma la Fiorentina del primo tempo sembra la fotocopia di quella delle ultime settimane, Juve esclusa. Poche idee in fase di costruzione di gioco, manovra lenta e prevedibile sulle corsie esterne e propensione offensiva in rosso. Il Cagliari appare addirittura più vivo grazie alla forza di Nainggolan e alle incursioni dell’ex Sottil. Così la cronaca scorre via senza note essenziali, salvo un contatto in area Olive-Vlahovic che l’arbitro punisce fischiando il rigore per poi cancellare (giustamente) la decisione dopo le immagini del Var.

Rigore invece sacrosanto (fallo di Igor su Joao Pedro) quello che Giacomelli concede al Cagliari al 36’ e che permette a San Dragowski di iniziare la sua serata magica e decisiva. Palla respinta, poi bloccata e tiro dagli undici metri di Joao Pedro annullato.

Si va nella ripresa. La Fiorentina riparte con un ritmo non proprio entusiasmante. Il Cagliari cerca il colpo a sorpresa, ma per una ventina di minuti si assiste a un mix fra il festival degli errori e occasioni sfruttate in modo imperfetto. Biraghi (12’) spara in alto davanti a Cragno un pallone prezioso, e dall’altra parte Simeone sembra tornato il Simeone della seconda stagione in viola, sprecando palloni a go-go. Da registrare anche un bel diagonale di Caceres (unica nota positiva nella serata del difensore) e una botta a sorpresa di Bonaventura.

E’ questo il prologo della svolta della partita e – forse – della stagione viola. Siamo al 26’: Quarta fa ripartire un pallone dalla metà campo della Fiorentina e lancia Callejon. Galoppata sulla fascia dell’ex Napoli, una di quelle galoppate che Firenze non aveva ancora apprezzato e palla a tagliare l’area per Vlahovic che batte Cragno e fa scattare in piedi la panchina viola. Prandelli incluso.

Salta e grida l’allenatore, proprio come i suoi ragazzi in campo. Un gesto, un attimo, un qualcosa che hai dentro e riesci a tirare e che libera la Fiorentina da uno stato d’animo fatto di tensioni e di pressioni per una situazione che si faceva preoccupante. Il tempo per un altro miracolo di San Drago per conclusione di Marin e deviazione sbilenca con rischio autogol di Milenkovic e la partita va in archivio. Il lampo di Vlahovic, il gesto di Callejon, le parate (soprattutto quella sul rigore) di Dragowski sono i momenti che fotografano la sera del riscatto della Fiorentina. Ok, la stagione è ancora lunga, e le trappole saranno ancora tante. Ma ieri c’era solo e soltanto da battere il Cagliari. E così è stato. Appuntamento a mercoledì. Magari per un altro miracolo, questa volta in coppa Italia. Contro l’Inter.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro