"Troppe incognite sul Superbonus". L’edilizia toscana parte già in salita

Castellucci (Cna Costruzioni): "Non c’è neanche lo sconto in fattura, prevedo difficoltà per i condomini"

"Troppe incognite sul Superbonus". L’edilizia toscana parte già in salita

"Troppe incognite sul Superbonus". L’edilizia toscana parte già in salita

Più di 58mila aziende edili in Toscana, il 60% individuali, per circa 110mila occupati. guardano con preoccupazione al 2024, un anno che si prospetta in salita per il settore, tra bonus depotenziati, senza sconti in fattura e con cantieri avviati grazie al 110, ma non completati – circa il 15-20% sul totale - che probabilmente non si chiuderanno mai.

A delineare il quadro della situazione è Riccardo Castellucci, presidente di Cna costruzioni Toscana Centro.

Il Superbonus al 70% non funzionerà?

"Il 70% è un’aliquota di detrazione fiscale importante e quindi potrebbe funzionare se non fosse che siamo in una situazione economica complicata, che rende difficile a chiunque spendere per interventi di efficientamento energetico. Sarà difficile, per esempio, che un condominio sia in grado di accollarsi il 100 per cento della spesa dell’intervento. Perché i lavori vengono pagati e poi portati in detrazione nella dichiarazione dei redditi".

Ci sono altre difficoltà?

"Non c’è nemmeno più il meccanismo dello sconto in fattura. Inoltre, diversamente da altri Paesi europei, in Italia manca una cultura dell’efficientamento energetico, che viene percepito come un costo, non come un investimento sulla propria abitazione. Se si hanno mille euro, si preferisce fare un viaggio o acquistare un nuovo cellulare".

Castellucci, che anno vi aspettate?

"Sarà un anno difficilissimo, a partire giò dalla primavera, per poi diventare tragico quando si entrerà nel 2025, perché non ci saranno più risorse né bonus. Le aziende artigiane si troveranno in grave difficoltà e già ora lo sono. Le imprese che non hanno concluso i lavori nei condomini si fermeranno".

Anche secondo voi, come Ance Toscana, inizieranno a fioccare i contenziosi?

"Sicuramente. Il fondo messo a disposizione del governo, pari a 16 milioni, è imbarazzante. I condomini non hanno soldi per pagare la conclusione dei lavori, quindi le aziende smonteranno i ponteggi e se ne andranno senza completarli. Allora i condomini faranno causa e si apriranno complicati contenziosi civili che dureranno anni prima di poter sapere chi avrà torto o ragione. Qualche legale potrebbe tra l’altro citare in causa anche lo Stato, perché se si sono create queste difficoltà per cittadini e imprese è perché il governo ha messo mano tantissime volte al Superbonus. Nel 2022 ogni mese arrivava una nuova modifica".

Sarà il Pnrr a salvare l’edilizia?

"Probabilmente no. Il Pnrr è una delusione. La ricaduta diretta è bassissima, quella indiretta, quindi con lavori in subappalto, insufficiente, con i lavori che arrivano da aziende con sede fuori regione. Gli interventi che arrivano sono di importo importante, da due-tre milioni in su e le piccole e medie aziende del nostro territorio fanno fatica ad accedervi. Inoltre, le amministrazioni locali faticano a capire quali sono gli strumenti da poter utilizzare per facilitare le imprese del territorio".

Quale può essere la soluzione per far ripartire l’edilizia?

"Intanto, occorre reintrodurre il meccanismo dello sconto in fattura, che può incentivare i privati a ristrutturare casa. Inoltre il governo deve impegnarsi a trovare misure diverse e più efficaci. Basta con i decreti legge che cambiano continuamente le regole. Vanno bene per le emergenze, come il Covid, o per le alluvioni. Per quanto riguarda l’edilizia, come anche gli altri settori, occorrono leggi strutturali, che abbiano un ampio respiro, di cinque o dieci anni: Infine, snellimento della burocrazia e semplificazione delle procedure".

Monica Pieraccini