
Per Eugenio Giani, governatore toscano, «la legge contraddice lo spirito dell’articolo 116 della Costituzione, facendo diventare, di fatto, a statuto speciale tutte le Regioni»
di Antonio Passanese
FIRENZE
La Regione picchia duro, il presidente Eugenio Giani in testa contro l’autonomia differenziata. "Si muove esattamente all’opposto rispetto allo spirito impresso dagli articoli 3 e 116 della Costituzione", attacca il governatore. Per questo anche la Toscana, sulla scia della Sardegna, ricorrerà contro la legge rivolgendosi ai giudici della Consulta. E’ questo il passaggio centrale della mossa presentata ieri da Giani che incassa anche il plauso del deputato e segretario regionale del Pd, Emiliano Fossi. "Benissimo Giani. Avanti tutta su entrambi i fronti, i ricorsi alla Corte Costituzionale e il referendum abrogativo che ha già raccolto tantissime firme. Una lotta che portiamo avanti convintamente, assieme ad altri partiti, contro questa scelta scellerata della destra, che vuole sfasciare il Paese e l’unità dell’Italia". L’attuale situazione politica interna al Pd, in vista delle Regionali, si gioca tutta sugli equilibri (a sinistra).
Le motivazioni del ricorso, depositato il 9 agosto, sono state presentate dal presidente Giani insieme al professore Andrea Pertici, avvocato e docente di diritto costituzionale all’Università di Pisa che ha collaborato con l’avvocatura della Regione nella stesura dell’atto (presente anche il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo).
"Da un lato - spiega il governatore - abbiamo il referendum delle cinque Regioni (Toscana, Sardegna, Puglia, Campania, Emilia Romagna) con un testo omogeneo e unico, dall’altra il ricorso alla Corte costituzionale che ogni Regione ha presentato in base alle proprie caratteristiche. Sono 12 i punti specifici in contrasto con la Carta".
Giani entra nel dettaglio: "Questa legge contraddice lo spirito dell’articolo 116 della Costituzione, individuando una serie ampissima di materie, circa 18, in modo generale e facendo diventare a statuto speciale, di fatto, tutte le Regioni. Ecco perché lo spacca Italia contrasta con l’articolo 116 della Costituzione che invece sottolinea particolari forme di autonomia in base alle specificità di ogni Regione".
Riguardo alla Toscana il governatore fa l’esempio dei beni culturali, della geotermia, delle zone lacustri di interesse nazionale, come la laguna di Orbetello, dell’Arcipelago, tutti ambiti che richiedono una specificità di gestione. "Riteniamo che Calderoli abbia interpretato in modo opposto quello che è l’intento della nostra Costituzione che indica le condizioni particolari di autonomia".
"Fra gli aspetti che contestiamo – prosegue Giani Il presidente che ringrazia l’avvocatura generale della Regione e in particolare la direttrice Lucia Bora che ha guidato il percorso del ricorso – c’è anche il mancato coinvolgimento delle Regioni nel procedimento che ha portato all’approvazione e anche il rischio che la legge stessa possa portare all’eliminazione dell’intera potestà legislativa concorrente e che non siano assicurate, o comunque, previste adeguate forme di coinvolgimento del Parlamento a tutela dell’unità nazionale. Altre contestazioni, contenute nel ricorso, riguardano i principi e i criteri direttivi per l’esercizio della delega legislativa volta alla determinazione dei Lep, livelli essenziali delle prestazioni".
L’autonomia differenziata "spacca l’Italia. Non è un caso che 500mila cittadini abbiano già firmato, in pochi giorni d’estate, la proposta per abolirla. Questa non è una battaglia delle istituzioni contro altre istituzioni, qui c’è in gioco un’idea di Paese differente", sottolinea il presidente del Palazzo del Pegaso, Antonio Mazzeo.